Il settore è rimasto in salute. Nel 2009, il giro d’affari generato dagli 869 marchi attivi in italia nel franchising ha superato i 21 miliardi di euro, con un progresso dell’1,7%. Ma oggi più che mai si avverte l’esigenza di selezionare con attenzione i partner a cui affidarsi.
Per rispondere a questa esigenza Siseco, azienda leader nei servizi IT, ha messo a punto un nuovo strumento per la valutazione degli aspiranti franchisee. Lo hanno presentato in occasione del 25esimo Salone del franchising di Milano, che si è svolto dal 15 al 18 ottobre, Andrea Albanese, channel & alliance manager di Siseco, Demetrio Macheda del Centro Universitario Internazionale e Antonio Andreoli di Lavoro e formazione.
«Grazie alla combinazione tra strumenti di Information technology applicati alle risorse umane per l’impresa, siamo riusciti a mettere a punto un test di autovalutazione da eseguire via web che aiuta a delineare le caratteristiche di chi già lavora nel settore con buoni risultati», spiega Albanese.
Emerge la fotografia di un professionista socievole, comunicativo e in grado di comprendere i bisogni altrui. È competente nelle aree di comunicazione, innovazione e problem solving, ha un basso punteggio in stabilità e prudenza mentre ne ha uno alto per l’immaginazione. È portato a iniziare autonomamente nuove attività, tende ad agire in maniera poco riflessiva, ma ha una forte immaginazione e originalità di pensiero.
Il profilo tipico del franchisor, l’imprenditore proprietario del marchio, è invece quello di una persona molto influenzata dalle emozioni altrui e che tende di conseguenza a basarsi su dati oggettivi e a essere imparziale quando prende decisioni. Il titolare del marchio in genere preferisce lavorare individualmente ed evitare le situazioni di socializzazione. È forte nelle aree di direzione, fiducia in se stessi, motivazione ed efficacia personale.
Crede nell’innovazione, ha un’ottima capacità di problem solving e ama lavorare da solo. Nella maggioranza dei casi ha una laurea specialistica, un livello di scolarizzazione più alto del candidato franchisee che invece in genere ha un diploma di scuola media inferiore o superiore.
Quanto ai motivi che portano alla chiusura dei negozi degli affiliati, i franchisor individuano la mancanza di competenze dell’affiliato, limitate risorse finanziarie, un debole rapporto tra franchisee e franchisor in termini di assistenza e comunicazione, l’inadeguatezza della sede dell’attività.
L’indagine è stata condotta online fra 131 soggetti fra franchisor, franchisee e candidati franchisee. Il questionario sottoposto è un test di personalità Skill View di autovalutazione dell’intelligenza emotiva e delle soft skills, realizzato dal 2001 da Giuseppe Sartori dell’Università di Padova e da Demetrio Macheda.
«La tecnologia applicata al test di autovalutazione permette di raccogliere ed elaborare dati per tracciare un profilo della persona ricercata, aiutando così a snellire i processi di selezione», spiega Albanese. Lo strumento, identificando le caratteristiche e le competenze che il franchisor dovrebbe ricercare, è pensato per diminuire i tempi e i costi di selezione, migliorare il rapporto tra numero di affiliati avviati e numero affiliati chiusi e promuovere percorsi mirati di formazione e assistenza.