Non è la prima volta che Steve Ballmer passa all’incasso. Sette anni or sono il Ceo di Microsoft aveva venduto una quota di azioni del colosso che dirige realizzando 1,6 miliardi di dollari. Però da allora non lo aveva più fatto, almeno fino alla scorsa settimana.
Venerdì l’amministratore delegato di Redmond ha ufficialmente comunicato che ha ceduto 49,3 milioni di titoli, per un controvalore di 1,3 miliardi di dollari, e ha annunciato che ne venderà altri per arrivare entro la fine dell’anno a un totale di 75 milioni. Inutile dire che immediatamente sono rimbalzate in ogni angolo del pianeta indiscrezioni relative a una sua possibile uscita dalla compagnia, che fra l’altro negli ultimi mesi e negli ultimi anni ha visto una notevole emorragia di manager di alto livello. Ma in questo caso, sembrano decisamente solo rumors, Ballmer non solo non ha mai espresso in alcun modo l’intenzione di andarsene, ma anzi lo nega risolutamente.
La vendita dei titoli riguarda eslusivamente i suoi programmi di investimento personali, come sottolinea lo stesso manager, che però aggiunge: «voglio essere chiaro su questo per evitare confusioni. Sono eccitato sui nostri nuovi prodotti e sul potenziale delle nostre tecnologie di cambiare il modo di vivere delle persone, e resto pienamente impegnato in Microsoft e sul suo successo».
La notizia della dismissione ha comunque rilanciato i rumors su una possibile uscita del Ceo, anche sulla scia delle difficoltà che Redmond sembra aver avuto negli ultimi anni nello star dietro ai cambiamenti in atto nel mercato delle tecnologie. A Wall Street, le azioni quotano intorno ai valori del 2002. Ma in mezzo c’è stata la crisi, e dai livelli peggiori del 2009 l’azione è parecchiuo salita. Sul fronte dei conti, l’ultimo trimestre (che è il primo dell’anno fiscale per il gruppo) ha segnato balzi superiori alle attese per utili e fatturato e ha continuato a incassare il successo di Windows 7.
Ora la sfida si chiama Windows Phone 7, il sistema operativo per gli smartphone, che ha l’obiettivo di rosicchiare quote di mercato in un settore, quello dei nuovi devices, in cui l’azienda è rimasta indietro rispetto ai competitor, da Apple a Rim a Google.
Tornando a Ballmer, come detto ha venduto 49,3 milioni di azioni, intorno ai 27 dollari, incassando dunque 1,3 miliardi. Si tratta del 12% del pacchetto di circa 408 milioni di azioni che era nelle sue mani. Ora, al netto della recente operazione, possiede circa 359 milioni di titoli, che corrispondono circa al 4,2% della compagnia (controvalore, 9,6 miliardi di dollari), quota che lo rende il secondo maggior azionista dopo il fondatore, Bill Gates, che ha circa il 7,2% e che regolarmente vende pacchetti da uno a due milioni di azioni per finanziarie la propria fondazione filantropica.
Se entro fine anno, come ha annunciato, Ballmer venderà altri titoli che aggiunti a quelli appena ceduti porteranno a quota 75 milioni, avrà ridotto del 18% la propria quota.