Saper fare: via italiana per crescita sostenibile

di Fabrizio Scatena

22 Novembre 2010 09:00

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Nelle radici culturali del rinascimento esistono elementi sociali, economici e culturali per risollevare l'economia italiana ed europea dopo la crisi

Nel recente libro Saper Fare. Il modello artigiano e le radici dello stile italiano di Romano Benini, esperto di politiche del lavoro, pubblicista e docente, troviamo spunti davvero interessanti per riflettere sulle exit strategy con cui fronteggiare l’attuale crisi economica.

Benini attraverso un’analisi storico-sociologica, ripercorre lo sviluppo dell’economia italiana dei primi secoli dopo il mille, soffermandosi soprattutto sull’età rinascimentale e sulle due figure dell’artigiano e del mercante.

L’artigiano rappresenta l’uomo dotato di un sapere pratico, capace di creare artefatti di elevata qualità grazie alle abilità che derivano dal suo mestiere, e dalla conoscenza che gli è stata trasmessa nelle botteghe, vero e proprio luogo di apprendimento e produzione materiale.

Il mercante, accanto all’artigiano, costituisce l’elemento dinamico del lavoro. I mercanti infatti creano relazioni, contatti e opportunità di guadagno. Grazie alla loro abilità nel commerciare tengono insieme le persone, oltre a far circolare i beni materiali e la cultura nei territori in cui si spostano.

L’artigiano ed il mercante diventano quindi figure complementari, portatrici di un modello economico sostenibile, in cui ricchezza materiale e culturale, giustizia sociale ed affermazione del merito sono elementi che si integrano armonicamente, favorendo lo sviluppo socio-economico dei territori in cui operano.

Ma alle due figure si contrappone quella del cortigiano, individuo furbo, ma privo dell’intelligenza e della praticità di mercanti ed artigiani, veri e propri creatori di benessere e libertà. Il cortigiano riproduce invece quei meccanismi clientelari e improduttivi, poco funzionale per lo sviluppo economico.

Oggi per ritrovare una via di sviluppo equilibrato dopo la grave crisi economica dovuta alla speculazioni finanziarie senza regole ed etica del lavoro, possiamo ripartire dal nostro passato. Ripartire da quell’approccio al made in Italy in cui profitto, qualità del lavoro e delle relazioni sociali, temperanza ed etica nelle attività di business convivono in modo funzionale.

Ne è un esempio l’imprenditore Diego Della Valle, proprietario della Tod’s, uomo d’affari apprezzato a livello internazionale perla qualità dei suoi prodotti, e per lo stile personale con cui gestisce le sue imprese.

Ecco un vero e proprio esempio di made in italy.