Unicredit continua a puntare sull’Europa dell’Est. Forte di una presenza già ben consolidata (è fra i primi cinque operatori negli undici paesi dell’area centro-orientale del Vecchio Continente), intende ingrandirsi ulteriormente aprendo 900 filiali nei prossimi cinque anni, soprattutto in Turchia e Romania.
Lo ha detto l’amministratore delegato, Federico Ghizzoni, nel corso dell’incontro a Londra con la comunità finanziaria britannica in cui insieme ai top manager dell’Est Europa ha presentato le strategie del gruppo relative alla zona Cee (Central and Eastern Europe).
Delle 900 nuove filiali, 300 saranno in Turchia e altrettante in Romania, 120 in Ungheria e 180 negli altri paesi, soprattutto Russia, Bulgaria e Serbia.
In generale, si tratta di paesi in cui l’istituto di Piazza Cordusio ritiene ci sia un buon potenziale di crescita, ad esempio nel settore retail in Russia. In tutta la zona Cee ci sono segnali di ripresa, che il 2011 dovrebbe confermare, così come si attende un progressivo ridursi dei rischi paese. Ci sono comunque realtà da monitorare con una certa attenzione come l’Ucraina, la Bulgaria, la Romania e il Kazakistan.
L’Ucraina è in una «situazione di fragilità» che riguarda sia la sfera politica che quella economica, «anche se sta migliorando», ha spiegato Ghizzoni. In Kazakistan dal punto di vista macro ci sono buoni segnali ma «la bolla bancaria è ancora molto pesante e richiederà qualche tempo per esaurirsi».
Quanto alla Romania, c’è qualche timore ma la situazione non è paragonabile a quella di paesi come Ucraina o Bulgaria. Come detto, Unicredit è la quinta banca nell’Est Europa per asset totali, sportelli, numero di dipendenti e quota di mercato nei depositi bancari. Nel dettaglio, il gruppo è la prima banca in Croazia, Bosnia Erzegovina e Bulgaria, la seconda in Polonia, la quarta nella Repubblica Ceca e in Serbia, la quinta in Slovacchia, Slovenia, Ucraina (inclusi gli sportelli in Azerbaijan), Turchia e Kazakistan. In Romania è la sesta, mentre in Russia è la nona.
Russia, Turchia e Polonia sono i paesi dell’area da cui arriva il 75% dei ricavi. La qualità dell’attivo, nell’intera Cee, sta migliorando e il gruppo vanta una leva all’8,4%, più bassa di quella dei principali competitor.
Unicredit guarda a Est non solo in Europa, ma anche nel mondo, ed è stato il direttore generale Roberto Nicastro a parlare delle strategie per la Cina. Unicredit ha ottenuto «un’importante autorizzazione» per «aprire la filiale di Canton, la seconda dopo quella di Shanghai». E ha un obiettivo preciso: quando avrà ottenuto anche il via libera per una terza filiale, il gruppo conta «di trasformare le filiali in una banca con un focus sull’interscambio Cina-Europa» e in quest’ottica sta affiancando al desk italiano in Cina anche un desk tedesco.
Infine, una parentesi dedicata alle nomine all’interno del gruppo, riferita in particolare alla sostituzione di Sergio Ermotti, il responsabile del Corporate and Investment Banking che ha presentato le sue dimissioni nell’ottobre scorso: la nuova nomina, ha spiegato Nicastro, avverrà nelle prossime settimane.