Al consiglio di amministrazione che ufficializzerà la nomina mancano due giorni, ma i giochi ormai sono conclusi. Paolo Vagnone sarà il nuovo, anzi il primo, country manager delle Generali.
Il gruppo del Leone introduce la figura manageriale nell’ambito di una più vasta riorganizzazione della governance che prevede anche l’introduzione di “altre essenziali funzioni”. Lo ha annunciato il presidente del colosso assicuarativo italiano, Cesare Geronzi, nel corso di un incontro con i dipendenti milanesi, dopo che la scorsa settimana, il 10 dicembre per la precisione, si è riunito il comitato esecutivo.
La designazione di Vagnone, prprosta dal Ceo Giovanni Perissinotto, è avvenuta all’unanimità. Al country manager andrà la responsabilità delle attività italiane, che rappresentano il principale mercato del gruppo, contando per il 30% dei premi e per il 40% del risultato operativo. Si tratta, ha spiegato Geronzi, di «una decisione importante che intende dare ulteriore impulso alla nostra operatività in Italia, tenendo conto della diversificata geografia economico-finanziaria del territorio nazionale, degli spazi che si aprono con le innovazioni istituzionali in corso di attuazione – si veda, innanzitutto, il federalismo fiscale – dell’evoluzione dei bisogni della clientela effettiva e potenziale».
Piemontese, 47 anni, ingegnere con un master in business administration, Paolo Vagnone ha un’ampia esperienza di alto livello nel settore assicurativo, maturata fra l’altro anche come amministratore delegato del principale competitor italiano del Leone, Ras. Dopo un inizio di carriera in McKinsey, Vagnoni è approdato in Ras nel ’97, è diventato direttore generale nel 2011 e nel 2005 è stato nominato Ceo in sostituzione di Mario Greco. Ha lasciato l’impresa assicuratrice nel 2007 per passare al private equity guidando gli investimenti in Italia di Fortress. Come country manager di Generali coordinerà le cinque unità operative italiane del gruppo, ovvero Generali direzione Italia, Ina-Assitalia, Alleanza-Toro, Fata e Genertel. Risponderà direttamente al Ceo, Giovanni Perissinotto.
Ma, come ha sottolineato ancora Geronzi, l’introduzione del country manager e la relativa nomina di Vagnone non è l’unica novità della governance del gruppo, al centro di una riorganizzazione iniziata nell’aprile scorso che si è avvalsa della consulenza di Boston Consulting. Prevista l’introduzione di altre due funzioni, quella del Chief Investment Officer (Cio) e del Chief Risk Officer (Cro), che il presidente ha definito «essenziali in un contesto di pesi e contrappesi ma anche di tempestività delle decisioni».
La parola ora passa al cda di dopodomani, che deciderà anche la risposta all’Isvap, l’autorità che vigila sul settore, che il mese scorso ha chiesto chiarimenti sull’attività operativa.