Giri di poltrone vorticosi nella Silicon Valley. Google ha appena annunciato uno storico passaggio del testimone, con Eric Schmidt che lascia l’incarico di Ceo a uno dei due fondatori, Larry Page, assumendo il ruolo di presidente esecutivo.
Sergey Brin si concentrerà invece sui progetti strategici, lavorando in particolare sui nuovi prodotti. E ci sono novità anche in casa Hp, dove se ne vanno quattro consiglieri di amministrazione e ne arrivano cinque nuovi, in una girandola che sembra essere ancora l’onda lunga del caso Mark Hurd, l’ex amministratore delegato allontanato l’estate scorsa e poi passato a Oracle.
Iniziamo da Google, dove di fatto è stata ridisegnata la struttura di vertice. Un passaggio generazionale, certo, battezzato dallo stesso Schmidt (“Larry è pronto a guidare l’azienda”), ma anche una scelta mirata alla semplificazione del processo decisionale: «Larry, Sergey e io da tempo discutiamo sul modo per semplificare la nostra struttura manageriale e su come velocizzare il processo decisionale, e durante le vacanze abbiamo deciso che era arrivato il momento di fare cambiamenti nella struttura».
Negli ultimi 10 anni, ha dichiarato ancora il Ceo (resta in carica fino al 4 aprile, giorno in cui il ruolo passerà operativamente a Page), «siamo stati tutti coinvolti allo stesso livello nei processi decisionali. Questo approccio a tre ha benefici reali in termini di condivisione della conoscenza e continueremo a discutere le principali decisioni fra di noi. Ma abbiamo deciso anche di chiarire i nostri ruoli individuali, in modo che ci siano responsabilità chiare ai vertici dell’azienda».
Larry Page sottolinea a sua volta che «Eric ha decisamente fatto un lavoro di rilievo guidando la compagnia negli ultimi 10 anni. I risultati parlano da soli. Non c’è nessun altro Ceo nel mondo che abbia saputo tenere fondatori molto testardi così profondamente coinvolti guidando contemporaneamente il business in modo così brillante. Eric è un ottimo leader e io ho imparato innumerevoli lezioni da lui. Il suo consiglio e i suoi sforzi saranno per me incalcolabili in questa fase in cui parto con un nuovo ruolo».
Tutti entusiasti, dunque. Schmidt come presidente esecutivo mantiene una posizione prominente in azienda, concentrata sulla creazione di valore: esternamente, attraverso progetti, partnership, relazioni con clienti e istituzioni, e internamente come consigliere di Page e Brin. Page passa alla guida operativa, e continuerà anche a occuparsi di quelli che vengono definiti i suoi punti forti: sviluppo dei prodotti e strategie tecnologiche. Brin, a cui va il ruolo ufficiale di Co fondatore, quale nella realtà è sempre stato, si concenterà sui progetti strategici, sullo sviluppo di nuovi prodotti, in generale sull’innovazione.
Quanto ad Hp, come detto c’è un ricambio del cda che vede quattro uscenti e cinque entranti. Lasciano l’incarico Joel Hyatt, John Joyce, Robert Ryan e Lucille Salhany. Sembra si tratti ancora degli effetti del caso Hurd. L’ex ad, ora co presidente di Oracle, ha rassegnato improvvisamente le dimissioni l’estate scorsa perchè coinvolto in uno scandalo legato a una gestione disinvolta dei rimborsi spese a favore di una collaboratrice.
Due dei quattro consiglieri uscenti, Ryan e la Salhany, erano stati fra i suoi oppositori, mentre gli altri due, Hyatt e Joyce, al contrario lo avevano difeso. Ma al di là delle posizioni, sembra che si tratti di una decisione mirata a lasciarsi alle spalle un momento molto difficile della storia aziendale, dando un segnale forte di cambiamento. I cinque nuovi entranti sono Shumeet Banerji, ceo di Booz & Company, Gary Reiner, ex chief information officer di General Electric, Patricia Russo, ex ceo di Alcatel-Lucent, Dominique Senequier, ceo di AXA private equity, e Meg Whitman, ex presidente e ad di eBay. Personalità di assoluto prestigio che, dichiara Raymond Lane, non executive chairman, che possono dare al board e al management nuove competenze e prospettive.