Greenpeace, una vendita creativa per l’autofinanziamento

di Barbara Weisz

4 Marzo 2011 16:00

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Per finanziare la costruzione della Rainbow Warrior III, l'associazione lancia una curiosa campagna: in vendita arredi, ancore e vele. Ma per finta.

Le stoviglie, i piccoli oggetti che servono per la vita a bordo, che costano intorno ai 10 euro, i pezzi di arredo, dalle cuccette ai divani del quadrato, capi di abbigliamento, come la giacca della cerata, gli strumenti di navigazione, le carte nautiche, ma anche veri e propri pezzi di barca, dalla catena dell’ancora al timone, quotato 500 euro, fino alla vela maestra, valutata 668mila euro, ovvero 20 euro ogni 100 centimetri quadrati.

Stiamo parlando della Rainbow Warrior III, la nave che Greenpeace sta costruendo, arricchendo cosi’ la sua flotta, impegnata in iniziative ambientaliste. Per finanziarne la realizzazione, l’associazione ha lanciato l’iniziativa di “venderla”, del tutto virtualmente, pezzo per pezzo. In realtà, a chi partecipa non arriva a casa l’oggetto acquistato (resta tutto a bordo), ma un semplice attestato che testimonia il contributo.

Si tratta, del tutto evidentemente, di un’operazione di autofinanziamento. Ai donatori viene anche offerta la possibilità di scrivere una dedica personale sul sito web della nave e quella di seguire la costruzione in diretta, grazie a una webcam installata presso il cantiere di Fassmer, a Brema, in Germania. Infine, nella sala conferenze della Rainbow Warrior III ci saranno i nomi dei donatori scritti sul muro delle dediche.

«Greenpeace è indipendente, non accetta fondi aziendali o governativi ma vive del sostegno dei singoli individui» spiega Andrea Pinchera, Direttore Comunicazione e Raccolta Fondi di Greenpeace, che prosegue: «per questo siamo sempre alla ricerca di idee creative che generino sostegno, come la “vendita” della Rainbow Warrior III».

Si tratta della prima nave costruita appositamente per portare avanti le campagne ambientali di Greenpeace. Le altre imbarcazioni della flotta, ovvero le rompighiaccio Arctic Sunrise ed Esperanza, sono state entrambe noleggiate dall’associazione, rispettivamente nel 1995 e nel 2002.

Quanto alla storia delle Rainbow Warrior, la prima fu acquistata dall’associazione nel 1977. Un peschereccio europeo, che prende il nome da una profezia degli indiani d’America secondo cui la terra sarebbe stata un giorno depredata di tutte le risorse. Il nome originario della barca era Sir William Hardy, e la costruzione risaliva al 1955: lunga 43,92 metri e larga 8,42, è stata la prima nave a doppia alimentazione, diesel ed elettrica, realizzata in Gran Bretagna.

La nave fu affondata nel 1985 in Nuova Zelanda, ad Auckland, dai francesi nel corso di una protesta contro gli esperimenti nucleari nel pacifico. Nell’87 Greenpeace acquisto una nuova Rainbow Warrior, la seconda: una nave costruita nel 1957, fornita di vele comandate elettronicamente, lunga 55,20 metri, velocità di crociera 10 nodi.

Molti ne ricorderanno probabilmente la presenza nel ’95 a Mururoa per protestare contro i test nucleari. La nave nel corso dei decenni ha ospitato a bordo personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, della politica. Ma adesso, spiegano dall’associaizone, è arrivato il momento del suo ritiro. Il varo della Rainbow Warrior III è previsto per lautunno del 2011.