Il reputation manager è una figura molto in voga negli Stati Uniti, ormai approdata anche in Italia. Si tratta di un professionista in grado di monitorare tutto quello che si dice sul web riguardo un brand o un personaggio, che sia pubblico o privato.
A volte, infatti, il potere della Rete può sfuggire di mano, il suo effetto domino può portare grande popolarità oppure impopolarità a seconda dell’uso che viene fatto delle nostre informazioni. Se non si tengono a bada i dati, le notizie che circolano, il risultato può essere controproducente e, spesso, molto dannoso. Per questo è molto importante potersi affidare a veri e propri professionisti del settore che, con l’utilizzo di software sofisticati e tecniche ad hoc, ripuliscono il web da tutte quelle informazioni che possono sporcare la nostra reputazione.
Si può tutelare la propria privacy oppure creare una vera e propria propaganda, contenere effetti boomerang di feed-back negativi, persino disastrosi, in seguito al lancio di un nuovo prodotto, oppure ridurre le informazioni negative sul proprio riguardo. Spesso le aziende ricorrono al web per cercare informazioni su potenziali collaboratori che possono anche compromettere eventuali assunzioni, pertanto è importante che tutto ciò che emerge dalla Rete sia il più possibile positivo.
Esistono vari livelli di monitoraggio dell’attività di pulizia del web, ognuno dei quali comporta un atteggiamento più o meno invasivo, pur mantenendo un alto grado di meticolosità. Come spiega Andrea Barchiesi, managing director di Reputation Manager, nata nel 2004, sul web ci sono 30 miliardi di pagine, per questo è necessario contestualizzare i messaggi prima di «elaborare la strategia d’intervento».
Per capire come reagire alle informazioni che potrebbero creare effetti molto dannosi, bisogna analizzarle attentamente per decidere quale può essere la strategia da attuare. Naturalmente pulire il web non significa cancellare tutto quello che non ci piace come con matita e gomma da cancellare; tutto ciò che è sul web resta sul web, a meno che si possa chiedere la rimozione direttamente alla fonte, tramite un dialogo diplomatico oppure una denuncia.
Più comunemente si risponde all’attacco in maniera direttamente proporzionale, cercando di ricostruire una nuova reputazione mediante l’inserimento di nuovi dati e fotografie che, mediante un processo di reingegnerizzazione dei motori di ricerca, queste nuove informazioni andranno a piazzarsi in vetrina sul web, oscurando tutto il resto.
Molte persone e aziende ormai si rivolgono ai professionisti del settore, allarmati dall’incontenibile esplosione di notizie che sul web sembra non avere alcun tipo di regolamentazione. Il lavoro degli “spazzini del web” diventa pertanto di vitale importanza per coloro, aziende e personaggi, che sono esposti al pubblico ma anche per i privati che necessitano di tutelare la propria visibilità; essendo un’attività che richiede un impegno certosino, richiede anche un onere economico importante che può essere un canone mensile dai 1000 ai 5 mila euro mensili, o parcelle fino a 200 mila euro.