Il nome della famiglia Marini è indissolubilmente legato a quello di Rolex dalla metà del secolo scorso. E ora Gian Riccardo Marini, fino a due giorni fa numero uno di Rolex Italia, è diventato direttore generale dell’intero gruppo. Un italiano ai vertici di uno dei marchi di orologeria più prestigiosi del mondo. Un avvicendamento un po’ a sorpresa, quello ai piani alti della maison svizzera.
L’ormai ex numero uno, Bruno Meier, è rimasto in carica solo due anni (il suo predecessore, Patrick Heininger, aveva retto il timone per 16 anni). Quella di Marini non è l’unica nomina decisa dal consiglio di amministrazione. A capo delle filiali Rolex del mondo arriva Daniel Neidhart, che precedentemente era il numero uno di Hong Kong. Entrambi hanno assunto i rispettivi nuovi incarichi con effetto immediato. L’azienda ha comunicato che il rinnovamento è finalizzato a «proseguire nello sviluppo delle attività industriali e commerciali del gruppo in Svizzera e all’estero».
Milanese, nato nel febbraio del ’47, il manager, 64 anni, è entrato in azienda nel ’72. Nipote di quel Renato Marini che nel 1947, insieme a Ronchi, primo concessionario di Milano e a Franco Locatelli fonda la Romalo (acronimo dei tre nomi), che distribuisce gli orologi svizzeri nella Penisola (diventata poi Rolex Italia nel ’93). L’avventura italiana degli orologi la cui meccanica fluida è diventata nel mondo simbolo di precisione millimetrica era iniziata nel ’32, per volontà del fondatore, Hans Wilsdorf, che aveva affidato l’incarico a Locatelli.
Dalla nascita della Romolo sono passate tre generazioni, durante le quali la famiglia Marini ha tenuto alto il nome e il prestigio dell’avventura imprenditorial-manageriale. A nonno Renato è subentrato il figlio, Gian Carlo, e poi i nipoti, Gianpaolo e, appunto, Gian Riccardo. Ha iniziando occupandosi della dirfezione commerciale, poi nel 1980 è diventato direttore e nel 2000 amministratore delegato di Rolex Italia. E ora si trasferisce alla guida della sede mondiale di Ginevra.
Viene descritto come un uomo dalla proverbiale eleganza, riservato come si conviene a un top manager del tempio dell’orologeria svizzera, con una spiccata passione per il golf e per la vela. Gli uffici milanesi della maison fanno parte della storia della città: un palazzo all’angolo fra via Manzoni e via Romagnosi, in cui lavorano sessanta persone, con vista su uno splendido cortile. Nell’ufficio di Marini, un olio che raffigura Saint Tropez, omaggio a una passione per il mare che fa anch’essa parte del patromonio di un’azienda che sponsorizza regate ed eventi sportivi di primo piano.