Fra le lavoratrici, ad essere maggiormente colpite da problemi di stress sono le manager. La fascia d’età in cui il problema è più frequente è quella fra i 35 e i 45 anni, seguita dal decennio immediatamente successivo, 45-55. Il problema numero uno in genere è rappresentato dalla difficoltà di coniugare professione e vita privata. E un momento in genere particolarmente delicato è la maternità. Sono i risultati di un’indagine, la prima che si rivolge allo stress da lavoro riferito solo al mondo femminile, condotta da Assidai, fondo sanitario integrativo di Federmanager, e Sda Bocconi.
Assidai ha anche aperto uno specifico gruppo su Linkedin dedicato alle donne manager e ai problemi di stress da lavoro. Del resto, i dati dell’indagine parlano chiaro: il 95,6% delle intervistate dichiara di conoscere il problema e di viverlo nell’ambiente di lavoro, il 93% è consapevole degli effetti che questo ha sulla salute.
I due principali fattori di stress indicati dalle rispondenti sono stati la difficoltà di conciliare vita privata e lavoro, 50%, e gli eccessivi carichi di lavoro, 42%. Seguono l’incertezza nella definizione dei ruoli, la scarsa sensibilità dei vertici aziendali, mansioni inadeguate alle proprie competenze, rapporti difficili con i colleghi. Per contro le imprese, pur davanti alla normativa in vigore da quest’anno che prevede l’obligo di valutazione dei rischi sullo stress da lavoro, sembrano ancora sottovalutare la questione, almeno nella percezione delle intervistate. Solo il 23,1% ritiene che la propria azienda adotti misure sufficienti a contrastare lo stress.
Oltre il 50% delle manager intervistate si sente “sopraffatta” dalla situazione e non sa come agire. I sintomi sono diversi: il 48% non riesce a rilassarsi nemmeno dopo il lavoro, il 44,3% accusa disturbi del sonno, il 35,7% fa ricorso a un’alimentazione sbilanciata o all’alcol (14,5%), il 31,8% trascura le relazioni con le persone care, il 29,1% trascura l’esercizio fisico, il 14,5% rifugge dai rapporti sociali. Quasi la metà delle donne, il 42,7%, si dichiara rassegnata a convivere con il problema e a gestirlo senza aiuti esterni.
L’indagine è anche propositiva, e ha individuato in base alle risposte una serie di iniziative che secondo le donne manager le aziende dovrebbero intraprendere. Una più bilanciata distribuzione e gestione del lavoro, magari introducendo orari flessibili e possibilità di telelavoro (magari solo su alcuni giorni della settimana). La disponibilità al dialogo con il management e la possibilità di parlare di situazione percepite come delicate nel rapporto con l’azienda, come la maternità. Una maggior chiarezza nel percorso di carriera, anche attraverso sistemi di riconoscimento del lavoro svolto, e il ricorso a progetti di formazione. Infine, l’attenzione ai temi della salute anche attraverso piani di controllo e prevenzione (chack-up periodici, visiste), spazi per l’esercizio fisico, qualità dell’ambiente di lavoro, servizi per l’infanzia.