Dominique Strauss Kahn resta in carcere

di Barbara Weisz

17 Maggio 2011 09:30

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Il giudice di Manhattan non concede la libertà su cauzione. Vacilla l'alibi dell'imputato. Venerdì 20 maggio la prossima udienza.

Dominique Strauss Kahn resta in carcere. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale accusato violenza sessuale nei confronti di una cameriera del lussuoso albergo newyorkese in cui alloggiava, è stato traportato a Rikers Island, un penitenziario su un isolotto dell’Hudson, dove resterà fino a venerdì prossimo, 20 maggio, quando sarà giudicato da una giuria popolare.

Il giudice di Manhattan, Melissa Jackson, davanti al quale è comparso ieri e al quale i suoi legali hanno chiesto la libertà su cauzione assicurando l’impegno del proprio assistito a rimanere in città, eventualmente indossando anche un braccialetto elettronico, ha detto no. Strauss Kahn è stato arrestato quando si trovava già a bordo di un aereo in partenza con la Francia, il che rende consistente il rischio di fuga. Dunque, deve aspettare la prossima udienza in carcere.

E dire che l’eccellentissimo imputato non aveva badato a spese: la moglie Anne Sinclair ha attraversato l’Atlantico, da Parigi a New York, per rendere disponibile una cauzione di un milione di dollari. Una cifra elevatissima, che evidentemente l’avvocato Benjamin Brafman riteneva sufficiente ad assicurare al suo assistito la libertà su cauzione. Nulla da fare, il giudice, ha evidentemente ritenuto prevalente l’obiezione dell’ufficio del procuratore, rappresentato da John McConnell, che ha sottolineato come appunto Strauss Kahn al momento dell’arrestao fosse già pronto a volare a Parigi, e ha fatto presente che se l’imputato riuscisse a raggiungere la Francia sarebbe difficile farlo tornare negli Usa.

La difesa non ha puntato, come si era immaginato in un primo momento, sull’ipotesi del complotto. Ha semplicemente tentato di dimostrare che Strauss Kahn, nel momento in cui la cameriera dichiara di essere stata aggredita, in realtà era già uscito dall’albergo e si trovava a pranzo con una persona che sarebbe pronta a testimoniare (forse la figlia).

Ma almeno per il momento le tempistiche non coincidono, ed evidententemente la versione della cameriera è stata ritenuta credibile. Abbastanza credibile per disporre la detenzione e negare la libertà su cauzione a un imputato molto eccellente. Nel frattempo, sono stati disposti una serie di esami scientifici, i cui risultati saranno disponibili nei prossimi giorni, che certo contribuiranno a far luce su quanto successo.
Dominique Strauss Kahn, che nel week end alloggiava in un lussuoso albergo nei pressi di Times Square in una suite da 3mila euro a notte, ora si trova detenuto in una prigione di New York. È stato diposto che resti in cella da solo, senza dover quindi condividere la cella con altri detenuti (ce ne sono circa 14mila a Rikers Island).

Prima di puntare sulla cauzione, quando ancora Strauss Kahn si trovava nella stazione sulla 123esima strada dell Special Victim Unit, i suoi legali hanno tentato di far leva proprio sull’importanza dell’imputato, giocando la carta dell’immunità dovuta al numero uno del fondo Monteario Internazionale. Nulla da fare.

Due strategie di difesa andate male in due giorni, e ora l’ombra di un processo infamante dal sicuro effetto mediatico. I capi di imputazione di cui il top manager deve rispondere sono sette, relativi al tentativo di stupro, alla violenza sessuale e al sequestro di persona. In tutto, pare che rischi una pena intorno ai 75 anni di carcere (molto piu’ dei 25 di cui si era parlato ieri).