Romani: nuovo piano energetico basato sulle rinnovabili

di Noemi Ricci

15 Giugno 2011 09:00

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Romani dopo l'addio al nucleare annuncia l'arrivo di un piano energetico basato sulle rinnovabili aggiungendo che si punterà su biomasse e geotermia.

Il Referendum popolare ha dato una clamorosa bocciatura al nucleare in Italia, così ora i riflettori tornano sulle energie rinnovabili. E proprio il Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, a margine dell’assemblea annuale di Confartigianato, ha annunciato l’arrivo di una «strategia energetica che ha bisogno di una conferenza nazionale» per effettuare «una nuova suddivisione delle fonti».

Romani ha poi rivelato che «ovviamente la parte riservata alle rinnovabili sarà molto più ampia di prima» e che l’impegno sarà inentrato a far sì che  «la quoata del nucleare si annulli completamente».

Focus quindi  sulle fonti rinnovabili in generale e non solo al fotovoltaico: «le fonti fossili già oggi rappresentano il 94% del totale. Il gas farà ancora la sua parte ma ci sono molte altre possibilità di fare energia, dalle Biomasse alla Geotermia».

Greenpeace ha chiesto al Governo di reinvestire i 60 miliardi di euro destinati alla costruzione dei dieci reattori nucleari per dare nuovo impulso alle fonti rinnovabili, paralizzate dai recenti tagli agli incentivi.

Il settore delle energie rinnovabili ha però accolto con scetticismo le affermazioni del Ministro Romani. «Occorre rimettere subito mani al Quarto Conto Energia aprendo un percorso che veda la partecipazione degli imprenditori del settore, del mondo ambientalista e anche sindacale», ha dichiarato Massimo Sapienza, presidente di AssoEnergieFuture (produttori di rinnovabili, aggiungendo poi: «Basta con le alzate di ingegno che hanno portato a dismettere il Terzo Conto Energia appena dopo sei mesi la sua approvazione hanno cambiato le carte in tavola buttando all’aria ogni principio di partecipazione della società civile nelle decisioni del Palazzo. Si sono aperte le porte solo alle ragioni dei grandi monopolisti dell’energia». «Occorre di nuovo fare i conti con le stesse lobby che hanno appoggiato il ritorno all’atomo in nome del loro portafoglio» ha concluso Sapienza.