L’Italia ha appena sorpassato il rivale di sempre, la Francia, diventando il primo produttore di vino al mondo. Ma l’ascesa della Penisola non è fotografata dalla classifica 2011 di Decanter sui personaggi più influenti del mondo del vino. Fra i 50 della Power List che ogni due anni la rivista britannica compila, non c’è nessun italiano nei primi 25. Il numero uno è Pierre Pringuet, Ceo di Pernod Ricard, che ha scalzato Robert Sands, presidente e amministratore delegato di Constellation Brand.
Francia e Stati Uniti dominano la graduatoria, sia perche’ occupano le prime posizioni, sia per numero totale di esponenti presenti. Ma questa Power List 2011 segnala l’emergere dell’influenza asiatica anche nel mondo del vino. Ad esempio, nella top ten si trova Wu Fei, general manager di Cofco (Cina), ottavo. E al dodicesimo posto c’è un giapponese, Nobutada Saji, presidente della Suntory.
Trattasi, come si vede, di grandi conglomerati, spesso al centro di importanti operazioni degli ultimi anni (Suntory nel 2009 ha acquistato la maggioranza di Asc Fine Wines, leader delle importazioni premium in Cina).
E probabilmente la scarsità di personaggi influenti italiani è dovuta proprio alla frammentazione che caratterizza il nostro panorama produttivo, dove le grandi aziende sono poche, e comunque hanno dimensioni non paragonabili a quelle dei colossi mondiali, mentre ci sono moltossimi produttori piccoli e medi (spesso aziende familiari) che però si impongono sul mercato, anche internazionale, con al loro qualità.
Il risultato è che in classifica ci sono solo due connazionali: Piero Antinori, la cui famiglia (che dà nome all’azienda) produce vino da 26 generazioni, e Lorenzo Bencistà Falorni, l’inventore di Enomatic, che è 50esimo, dunque il fanalino di coda, ma è una new entry. Un riconoscimento che premia un imprenditore che ha saputo interpretare quella classica quanto difficile ricetta di applicare l’innovazione alla tradizione, portando nel mondo del vino le nuove tecnologie che hanno imposto nel mondo lo “sbicchieramento”, la degustazione al bicchiere di grandi vini spillati direttamente dalla bottiglia. Enomatic, azienda nata nel 2002, oggi ha 47 concessionari e copre oltre 70 paesi.
Torniamo alla classifica generale, e vediamo il podio. Dopo il Ceo di Pernod Ricard (la quarta azienda del settore nel mondo, che possiede brand come Mumm e Perrier-Jouet ma anche Brancott Estate, neozelandese), si posiziona Eric de Rotschild, presidente di Domaines de Barons de Rothschild (e anche qui si affondano le radici nella storia, i signori dello Chateaux Lafite producono vino in Borgogna dalla metà dell’800). Il terzo posto varca finalmente i confini francesi e viene assegnato a un critico, anzi al critico dei critici, l’americano Robert Parker, l’autore fra l’altro di Wine Spectator.
La critica italiana invece ha ricevuto uno “schiaffo”, con l’esclusione del giornalista Daniele Cernilli, che invece era presente nella power list 2009 (altri due italiani che ne sono uscit sono il manager Emilio Pedron e il produttore Angelo Gaia).
Uno sguardo veloce alla top ten: Mel Dick (senior vice president Southern Wine & Spirits), il già citato Robert Sands, finalmente una signora, Annette Alvarez-Peters, direttore acquisti vino Costco, Don St Pierre Jr, Ceo di Asc Fine Wines, il cinese Wu Fei, Eduardo Guilisasti, ceo di Concha y Toro e infine un altro critico, per di più donna: Jancis Robinson, Master of Wine e giornalista. Le esponenti femminili in classifica sono pochissime: sei su 50.