In questi casi è difficile che non salti qualche testa. E la prima “vittima” del “tabloid-gate“, come la stampa internazionale ha già battezzato lo scandalo delle intercettazioni che ha investito l’impero editoriale di Rupert Murdoch, è Rebekah Brooks, Ceo di News International, ovvero il ramo britannico di News Corp. La top manager, che è stata anche direttore di “News of the world”, la testata al centro della bufera che ha dovuto chiudere i battenti domenica scorsa, dopo 168 anni di storia, si è dimessa oggi. Verrà sostituita da Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia.
Un cambio della guardia ai vertici della società britannica, quella da cui è partito lo scandalo delle intercettazioni illegali che ha già portato all’arresto di nove persone fra poliziotti e giornalisti e che martedì prossimo porterà davanti alla Commissione Cultura della Camera dei Comuni inglese i massimi vertici del primo gruppo editoriale del mondo: Rupert Murdoch e suo figlio James.
Uno terremoto partito dalla Gran Bretagna (secondo l’inchiesta sarebbe stato intercettato persino il primo ministro, David Cameron) e che ora rischia di attraversare l’oceano. L’Fbi sta infatti indagando sull’ipotesi che testate del gruppo Murdoch abbiano intercettato le vittime delle famiglie dell’11 settembre.
La Brooks era considerata una pupilla del magnate australiano, che l’ha difesa fino all’ultimo. Ma contro di lei negli ultimi giorni sono state registrate prese di posizione eccellenti, a partire da quella del principe saudita Al Walid, primo azionista di News Corp con il 7%. «La reputazione della compagnia che amiamo tanto, così come le libertà di stampa a cui teniamo tanto, sono a rischio» ha scritto la Brooks in una lettera ai dipendenti con cui ha annunciato le proprie dimissioni.
Ha spiegato che nei giorni scorsi aveva resistito al suo posto ritenendo che fosse la cosa giusta da fare nel bel mezzo della crisi, ma «il mio desiderio di rimanere sul ponte di comando ha messo la mia persona al centro del dibattito». E ancora: «come chief executive della compagnia sento una grande responsabilità per le persone che abbiamo ferito e voglio ribadire il mio dispiacere per ciò che solo ora apprendiamo essere accaduto». La Brooks ringrazia Rupert Murdoch e il figlio James per il supporto, e specifica che le dimissioni le permetteranno di «essere libera e di avere il tempo di garantire la mia completa cooperazione per tutte le richieste, presenti e future, rispetto alle indagini della polizia e alla richiesta di comprarire davanti alla commissione parlamentare».
Tom Mockridge è nel gruppo Murdoch da 21 anni. Prima di guidare Sky Italia, è stato Chief Executive della Independent Newspapers in Nuova Zelanda e presidente di Sky New Zeland. Ha ricoperto altri ruoli all’interno del gruppo, fra cui quello di Ceo di Foxtel. Prima di entrare in News Corp, nel gennaio del ’91, aveva lavorato come portavoce del governo australiano. La sua carriera è iniziata come giornalista in Nuova Zelanda. Fra le cariche che ricopre oggi, anche quella di consigliere di amministrazione di BSkyB (fra l’altro, in seguito allo scandalo il progetto di salire al 100% è saltato) e membro del Supervisory board di Sky Deutschland. In una lettera scritta ai dipendenti di Sky Italia ha annunciato le dimissioni «con effetto immediato, per assumere la leadership» dei giornali in Inghilterra.