Il presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, ha espresso le sue preoccupazioni in merito al fatto che i Paesi dell’Euro crescano meno di quanto ci si aspettava soltanto alcuni mesi fa. Il numero uno della Bce ha anche sottolineato il pericolo inflazione a causa dell’incertezza dei mercati.
Le sue previsioni, infatti, dicono che la zona della Moneta unica crescerà tra l’1,4 e l’1,8% in tutto il 2011, percentuali che a giugno erano state fissate in un limite compreso tra il +1,5 e il +2,3%. Analisi analoga per il 2012: se a giugno si riteneva che l’economia sarebbe cresciuta tra lo 0,6 e il 2,8%, ora le stime sono scese a un’oscillazione tra lo 0,4 e il 2,2%.
“Nel medio termine, le previsioni sull’andamento dei prezzi al consumo indicano un rialzo maggiore rispetto a quanto stimato il mese scorso” ha detto Trichet in occasione di un incontro in cui ha commentato positivamente anche la manovra economica del governo, anche se ha ribadito la necessità di proseguire su questa strada anche se ha sottolineato una cosa importante: “Non facciamoci illusioni: i mercati vanno per la loro strada indipendentemente dalle manovre economiche dei governi”. Intanto le previsioni della Bce indicano che nei prossimi mesi l’inflazione nei Paesi dell’Euro resterà ben al di sopra del 2% (fra un +2,5 e un +2,7%), trainata dai rincari delle tariffe dell’energia.
Intanto, ai commenti di Trichet – che in autunno sarà avvicendato dal nostro Mario Draghi – è seguito un indebolimento dell’Euro rispetto alla valuta statunitense, valutata in chiusura della giornata di ieri a 1,398 rispetto a 1,404 di poche ore prima.
Intanto, a Roma, il premier Berlusconi si è incontrato con il prossimo numero uno della Banca centrale di Francoforte, quel Mario Draghi che poco tempo fa aveva detto chiaramente quali fossero le strade da percorrere dal nostro Esecutivo per risanare l’economia pubblica: da un lato, meno spesa pubblica. Dall’altro, contenimento della pressione fiscale.
Intanto la Bce si appresta a comprare titoli del debito pubblico italiano, in modo da tenere bassi i tassi di interesse e dare una “boccata di ossigeno” al Paese che, comunque, non potrà contare all’infinito su questi appoggi.