Obama, ecco il piano da 447 miliardi

di Barbara Weisz

Pubblicato 9 Settembre 2011
Aggiornato 8 Novembre 2018 10:18

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Si chiama American Job Act, punta sugli sgravi fiscali per lavoratori e piccole imprese. Obama ai repubblicani: dovreste votarlo subito.

Riduzioni fiscali, per le famiglie e per le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni. Fondi per rifinanziare i mutui, investimenti in infrastrutture, stanziamenti per i disoccupati, misure speciali per gli stipendi di insegnanti e poliziotti. Sono i pilastri dell’American Jobs Act, il piano di misure a favore dell’occupazione e del rilancio dell’economia presentate ieri (stanotte ora italiana) dal presidente americano Barack Obama davanti al Congresso in seduta comune.

Un pacchetto da 447 miliardi, dunque una cifra più sostanziosa rispetto ai 300 miliardi di dollari di cui si parlava alla vigilia. “Dovreste approvarlo subito” ha ripetuto più volte il presidente, in un discorso durato poco più di mezz’ora, rivolgendosi in particolare ai repubblicani, invitati a lasciare da parte la polemica politica in nome dell’urgenza del provvedimento. Che è stato così sintetizzato dallo stesso presidente Usa: “Vogliamo far tornare al lavoro le persone e mettere più soldi nelle loro tasche».

Gli interventi più corposi sono rappresentati da sgravi fiscali. In tutto, 240 miliardi di dollari di cui beneficeranno le famiglie e le imprese, così ripartiti: 175 miliardi a favore dei lavoratori, sottoforma di sgravi in busta paga, e 65 a favore delle piccole imprese, di cui la Casa Bianca sottolinea il ruolo di stimolo all’economia: «Dobbiamo tenere i cavilli che permettono alle aziende petrolifere di pagare meno tasse e gli sgravi fiscali per i miliardari? Oppure usare quei soldi per tagliare le tasse alle piccole aziende che assumono o rimettere al lavoro gli insegnanti? Non possiamo fare entrambe le cose, non ce lo possiamo permettere», ha spiegato Obama. Le misure avranno effetto a partire dal 2012, e si tradurranno per ogni famiglia in 1.500 dollari in più nel 2012.

Ci sono poi 30 miliardi destinati alla modernizzazione del sistema scolastico, e altri 35 per gli stipendi degli insegnanti, dei vigili del fuoco e della polizia. Altri 15 miliardi sono destinati al rifinanziamento dei mutui. Fra le altre cose, 50 miliardi da investire in infrastrutture di trasporto (autostrade, ferrovie, aviazione) e varie misure a supporto dei disoccupati, per un totale di oltre 60 miliardi, fra crediti di imposta, sussidi, misure per il reinserimento (anche dei giovani).

Un piano di stimolo alla crescita, in un paese che teme di piombare in una seconda recessione (double dip) e in cui la disoccupazione è uno dei dati più allarmanti (7,5 milioni di posti persi dal 2008, tasso di disoccupazione al 9,1%).

La posta in gioco è alta, riguarda la ripresa della prima economia mondiale in una fase delicata anche a livello internazionale (anche per la crisi del debito in Europa).

Ma riguarda anche la politica interna americana, e Obama si è rivolto in più passaggi e con decisioni agli avversari repubblicani. «Qualcuno pensa che le differenze fra noi sono così grandi che solo le elezioni possono risolverle. Ma sappiate che le elezioni sono fra 14 mesi, e gli americani non possono permettersi di aspettare 14 mesi». Un rilancio in piena regola, anche sul fronte della futura corsa alla Casa Bianca. I repubblicani hanno in parte già risposto. Il presidente della Camera, John Boehner, ha risposto che il piano presentato da Obama «merita considerazione» e ha auspicato che «si possa lavorare insieme».