L’estate di coloro che sono – per lavoro o per diletto – attenti al mondo del digitale è trascorsa con eguale attenzione fra le ragioni del posticipo dell’IPO di Groupon – precedute da voci non confortanti sulla sua situazione finanziaria – e le notizie in merito all’utilizzo di Google+, il social network che con tanto clamore è stato nelle scorse settimane lanciato dal motore di ricerca di Mountain View.
A questo proposito, nonostante l’attenzione accentrata sul prodotto anche per ragioni SEO legate all’integrazione fra Google+1 e Google+, il social network pare inutilizzato dall’80% degli account che sono stati attivati. Questi ultimi sono stati molti in effetti – 20 milioni poche settimane dopo la partenza – ma certo fra questi vi erano gli early adopters, i “geek” attenti per definizione alle nuove tecnologie, un target ben lontano dall’adozione di massa che sicuramente Google si aspetta e che Facebook oggi rappresenta perfettamente.
Un risultato però Google+ l’ha raggiunto. La sua caratteristica distintiva, il suo principale vantaggio nei confronti di Facebook è certamente dato dalla selettività dei contatti garantita dalle Cerchie e dalla conseguente capacità di costruire community verticali, un posizionamento che Facebook non è in grado di offrire in virtù dell’estendersi degli amici e della limitata predisposizione dimostrata dagli utenti a segmentarli in gruppi distinti.
Se Google+ non decolla, Facebook ha però dovuto correre ai ripari e negli Stati Uniti ha cominciato ad introdurre una tecnologia che automaticamente rende più visibile un post che, per esempio, parla di calcio nelle bacheche di quegli amici che sono soliti commentare i post attinenti al tema (le cosiddette “Smart Lists”). Se ci pensiamo, è ciò che le Cerchie intendono realizzare senza alcuno sforzo da parte dell’utente. Capiremo man mano la bontà della tecnologia e la sua capacità di generare maggior engagement da parte dei nostri contatti.
Rimane il vantaggio dell’integrazione di Google+ con Google +1 e la potenzialità che si creino delle Cerchie di interesse (e quindi delle communities verticali) al di là dello specifico legame di amicizia personale e questo fa del posizionamento di Google+ un’interessante leva di community building per le aziende. Ma su questo fronte, benchè sia ancora troppo presto per esprimersi, c’è certamente da capire se Google dimostrerà per la prima volta di saperci davvero fare nel mondo del social networking.