Lotta ai cambiamenti climatici e impegno ambientale sono sempre più al centro della strategia di business. Lo certifica il Global 500 Report 2011 del Carbon Disclosure Project, una iniziativa internazionale proposta nel 2000 dall’organizzazione no profit Rockfeller Philantropy Advisors di New York, che esamina le attività di riduzione dei gas serra nelle principali società del mondo per capitalizzazione di borsa.
Per conto di diversi investitori istituzionali firmatari (banche e intermediari finanziari), il CDP valuta annualmente su scala globale le politiche e le performance energetiche delle imprese e la loro capacità di gestire le relative opportunità economiche e i rischi climatici.
Il rapporto “Accelerating low carbon growth” 2011, redatto da PwC, è stato sostenuto da 551 grandi investitori per complessivi 71 trilioni di dollari. I risultati sono confortanti in quanto dimostrano che per la prima volta dalla pubblicazione del survey la difesa dell’ambiente è diventata parte integrante degli indirizzi commerciali della maggioranza delle grandi aziende. Sono infatti il 68% – il 20% in più rispetto al 2010 – le imprese tra quelle intervistate che dichiarano di aver stabilito un focus strategico sul cambiamento climatico individuando nel 93% dei casi addirittura un board o senior executive per la supervisione del programma di attuazione.
Contemporaneamente si mette in evidenza una correlazione positiva tra performance ambientale e finanziaria. Le aziende più impegnate sul fronte ecologico premiano gli investitori con un rendimento medio superiore nel periodo 2005-2011.
Questo significa che lo sviluppo di un’economia low carbon diventa un aspetto fondamentale non soltanto nell’evitare ripercussioni negative sull’ambiente ma anche nel sostenere la creazione di valore a lungo termine e la ripresa del mercato internazionale.
Secondo Paul Simpson, CEO di Carbon Disclosure Project, “il miglioramento delle prestazioni finanziarie delle società ad alta propensione ambientalista indica chiaramente che gestire e ridurre le emissioni climalteranti costituisce un buon affare. Per le imprese si tratta di una situazione win-to-win”.
Un dato significativo che emerge dal panorama descritto è rappresentato dalla prestazione dell’Italia. Fiat, in particolare spicca su tutte le altre grandi società italiane scrutinate, essendo la sola ad entrare sia nel Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI), un indice di “trasparenza”, ovvero di qualità e completezza del reporting delle aziende e del loro carbon management, sia nel Carbon Performance Leadership Index (CPLI), una misura dell’impegno soprattutto nella riduzione delle emissioni.
Il punteggio massimo di CDLI, 99/100, è raggiunto da quattro aziende Philips Electronics, Bayer, Deutsche Post e UPS mentre nella classifica delle 29 società con lo score A in ambito CPLI fa ingresso anche Enel a conferma dei suoi successi nell’abbattimento dei gas serra.