Dopo che il Parlamento ha approvato la manovra finanziaria del governo – che pare definitiva – restano in sospeso alcuni punti chiave. Fra questi quello della flessibilità del mercato del lavoro, gioia e dolore allo stesso tempo di molti colletti bianchi o tute blu. L’articolo 8, che disciplina il settore del lavoro, probabilmente cambierà di nuovo e potrebbe arrivare a contenere norme che fino a oggi le aziende non potevano toccare.
Intanto il mercato dell’impiego cambia e con esso cambiano gli uffici e l’approccio di molte aziende verso il luogo di lavoro. E il settore sembra stia vivendo un boom al punto che ci sono società, come la Regus (fra i maggiori fornitori al mondo di uffici flessibili), che prevedono di fare grandi investimenti per fare loro il crescente trend globale del lavoro flessibile. I dati che provengono dalle ricerche effettuate negli ultimi 18 mesi parlano chiaro e mostrano un notevole consolidamento delle pratiche di questo tipo di manodopera. Ma non solo nei mercati maturi come quelli di nord America ed Europa occidentale ma anche in quelli delle economie cosiddette emergenti, come il Brasile e l’India.
Andando nel dettaglio, ecco alcuni dati emersi dalla ricerca curata da Regus e che mette in stretta correlazione il lavoro flessibile con la domanda di uffici flessibili:
- Il 60% delle aziende dichiara che il lavoro flessibile costa meno del lavoro fisso in ufficio, consentendo così un risparmio di decine di migliaia di euro all’anno per dipendente
- Il 41% afferma inoltre che il lavoro flessibile aumenta la produttività del personale
- L’80% delle aziende dichiara che le soluzioni di lavoro flessibile attirano e fidelizzano personale esperto
- Il 60% dei dipendenti afferma che il lavoro flessibile promuove un migliore equilibrio vita-lavoro
- Il 25% delle aziende crede che i business centre offrano accesso a tecnologie di comunicazione migliori
- L’81% di tutte le aziende offre ormai soluzioni di lavoro flessibile almeno ad una parte dei propri dipendenti
- Oggi esistono più di 1 miliardo di lavoratori mobili, un numero destinato a crescere rapidamente fino a 1,2 miliardi entro il 2013
A fronte di questi dati, nei prossimi tre anni, Regus investirà per ampliare la sua rete globale almeno del 75%, il che equivale a oltre 800 business centre in più di quelli attuali. Gran parte di questa crescita sarà concentrata negli USA e nei mercati emergenti come Brasile, Cina e India. Questa iniziativa porterà l’azienda in 30 nuovi Paesi, con in cima alla lista Slovenia, Uruguay, Nepal e Madagascar. Anche nel mercato corrente, Regus sta riscontrando livelli record di richieste e gli ultimi report finanziari hanno documentato un’occupazione degli uffici pari all’86,7%.
Regus vanta tra i suoi clienti più della metà delle aziende incluse nell’elenco Fortune 500, tra cui Starbucks, Google, Accenture e GlaxoSmithKline. Negli ultimi tre anni la sua base clienti è quadruplicata arrivando ad oltre 900.000, di pari passo con l’affermarsi dei numerosi vantaggi del lavoro flessibile.