Le aziende italiane perdono fiducia verso i mercati, collocandosi al di sotto della media europea. Tuttavia, il 64% di esse rimanda alla seconda metà del 2012 la ripresa del fatturato e, pertanto, si prepara all’assunzione di nuovo personale. A tal proposito, il 46% delle società del Bel Paese prevedono di aumentare il numero dei dipendenti nel corso di questa ultima parte del 2011 e del 2012. Di queste, il 64% introdurrà un numero maggiore di liberi professionisti mentre il 29% di risorse umane che effettuino telelavoro.
A rendere noti questi dati è la Regus, aziende presente in diversi mercati del mondo come fornitore di uffici flessibili e spazi di lavoro. Nella sua ricerca,
Dolenti note, come detto, riguardo alla fiducia delle imprese: da aprile scorso a oggi, l’Italia ha perso 19 punti nell’indice standard Regus Business, arrivando a quota 73 e collocandosi così al di sotto della media degli altri Paesi industrializzati. Tale indice rappresenta un’unità di misura che nasce dall’associazione delle dichiarazioni di ottimismo, derivanti dai dati del fatturato registrato fino ad oggi e dai trend di fatturato, e le previsioni di rilancio economico atteso nei mesi a venire. L’indice intende fornire alle aziende un unico punto di riferimento dei risultati principali del sondaggio. Nella prima edizione del Regus Business Tracker del settembre 2009, il valore di riferimento medio dell’indice era pari a 100.
L’orientamento ad avvalersi della professionalità di nuovo personale, invece, deriva dal fatto che le imprese cercano un vantaggio competitivo nel breve periodo e una crescita elevata nei mesi successivi. In altre parole, la parola d’ordine è flessibilità.
Per quanto riguarda i ricavi, il 21% ha subito un calo del 4% rispetto a 6 mesi fa mentre il 15% ha segnalato un aumento dei profitti mediamente di 3 punti percentuali nello stesso lasso di tempo.
Mauro Mordini, direttore Regus Italia, Malta e Israele, ha commentato: “Secondo il nostro studio, dopo il florido avvio del 2011, è ormai da 6 mesi che le prospettive globali stanno subendo una chiara inversione di rotta. La percentuale di aziende che ha registrato una crescita in termini di ricavi e profitti è in fase di stallo e le aspettative di ripresa sono state rimandate alla seconda metà del 2012. Tuttavia, l’impatto sull’impegno e sull’attività delle aziende nazionali sembra non essere troppo devastante dal momento che tali aziende continuano a investire attivamente nelle risorse più preziose: il personale”.