Il segmento dei viaggi d’affari delle aziende italiane chiuderà il 2011 con una crescita del 2% rispetto allo scorso anno, anche se in settembre e in ottobre si è assistito a un rallentamento che farà sì che non si raggiungerà l’atteso +4,5%. Questi dati, uniti a quelli che vedono un costante aumento del traffico negli aeroporti italiani e di altri Paesi del mondo, potrebbero far ben sperare per una ripresa economica.
I dati sul business travel sono stati resi noti in occasione della 9a edizione del BizTravel Forum, l’evento organizzato da Uvet American Express. Tra i fattori che hanno inciso negativamente sul settore – facendo sì che alcune aziende abbiano rinunciato o rimandato i viaggi dei propri collaboratori – c’è il maremoto avvenuto in Giappone a Fukushima, le rivolte in nord Africa e nel mondo arabo in generale e, natuarlmente, la crisi finanziaria mondiale.
Del resto, gli spostamenti di lavoro rappresentano la seconda voce di spesa per le imprese italiane con alcuni costi che sono centralizzati (come quelli per la biglietteria aerea) e altri – come quelli per il settore albeghiero – che sono ancora diversificati e non fanno capo a un unico referente, con conseguente aumento di spesa. Ed è su questo punto che le aziende dovrebbero intervenire per evitare diseconomie, iniziando dal definire delle procedure automatizzate di gestione e di controllo delle spese di trasferta.
In base alle rilevazioni, i viaggi professionali diminuiscono verso destinazioni europee o verso le mete più vicine sul territorio nazionale, mentre risultano in potenziale crescita verso i cosiddetti Paesi “Bric“, vale a dire quelli emergenti di Brasile, Russia, India e Cina secondo cui potrebbero esserci incrementi “dell’ordine del 13,5%” come precisato da Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet. Secondo alcuni, poi, sono previste buone opportunità verso l’Africa.
In praticolare, grande attrazione per i manager italiani hanno avuto le destinazioni di Russia e Turchia: nel primo caso è in crescita la richiesta di viaggi verso destinazioni meno rinomate: a Mosca e a San Pietroburgo si stanno facendo largo Kazan e Kransnodar nel sud del Paese. Tornano in auge, poi, i viaggi di lavoro negli Stati Uniti e in Canada.
Secondo i dati resi noti da Uvet American express, che si riferiscono a interviste fatte a più di 700 aziende che ogni anno spendono per gli le trasferte tra 20.000 e 15 milioni di euro l’anno, le prime 7 destinazioni al di fuori dell’Unione europea sono, in ordine decrescente, Stati Uniti, Russia, Turchia, Cina, Svizzera, India e Brasile.
E per il futuro? Uvet si aspetta una prima parte del 2012 senza particolari incrementi per i viaggi d’affari.