Jobs, Bezos e Ellison: i tre guru del web sono stati adottati

di Fabrizio Scatena

14 Novembre 2011 11:00

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Cosa hanno in comune Steve, Jeff e Larry? I tre Guru del web sono stati adottati, e non hanno mai conosciuto il loro vero padre biologico.

E’ molto curioso, ma è vero. Steve Jobs, Jeff Bezos e Larry Ellison sono stati affidati sin da piccoli a famiglie diverse, e non hanno conosciuto il loro padre biologico. Questo dato biografico accomuna tre uomini che, grazie alle loro capacità imprenditoriali, hanno cambiato radicalmente l’economia e la società introducendo innovazioni tecnologiche rivoluzionarie.

Steve Jobs, scomparso da poche settimane, era nato da una studentessa universitaria che lo diede in affidamento a Clara e Paul Jobs: successivamente il Guru della Apple ha conosciuto la madre biologica che le ha rivelato l’identità del padre, un siriano musulmano che ora fa il manager in un casinò del Nevada.

Il 47 enne Jeff Bezos, la mente di Amazon.com, è cresciuto con la madre sposata insieme a Ted Jorgensen, da cui si separò da giovanissima. La madre si risposò con Miguel Bezos, un immigrato cubano sbarcato negli Stati Uniti in “povertà” e poi diventato ingegnere.

Miguel Bezos, ha dato il suo cognome a Jeff e lo ha cresciuto permettendogli di diventare l’uomo di successo che oggi conosciamo.

Ultimo, ma non meno importante tra i Guru adottati è Larry Ellison, nato dall’unione fra sua madre ed un pilota italo-americano dell’aviazione militare Usa. Ellison fu poi affidato ai propri zii Lilian e Louis Ellison da cui ha preso il cognome e con cui è cresciuto, arrivando poi a creare Oracle.

E’ interessante notare come il dato biografico dell’essere stati adottati, e di non aver mai conosciuto il proprio padre biologico, accomuni tre uomini che grazie alla loro intraprendenza hanno cambiato le nostre vite di utenti e consumatori di prodotti e servizi ITC.

Secondo gli psicologi c’è una correlazione fra l’essere stati adottati e lo sviluppo di una personalità narcisistica. Michael Maccoby, antropologo e psicanalista, con un magistrale articolo apparso sulla Harvard Business Review e premiato dal Mc Kinsey Award  nel 2000 –  http://www.maccoby.com/Articles/NarLeaders.shtml –  li ha infatti definiti proprio come leader narcisisti: animati da grandi visioni, inclini all’innovazione e alla trasformazione dello stato esistente, capi carismatici capaci di attirare seguaci, ma anche socialmente isolati e portai a scoppi di collera.

D’altronde la genialità individuale ha i suoi lati negativi, oltre che quelli straordinariamente positivi di cui la collettività gode.