La Fiat guidata da Sergio Marchionne non applicherà più il contratto nazionale di lavoro in tutto il gruppo a partire dal prossimo primo gennaio 2012. E’ l’ultimo atto di una battaglia sulla contrattazione che è iniziata nel giugno 2010 con l’intesa sindacale sullo stabilimento di Pomigliano, è proseguita con l’estensione di quel contratto a Mirafiori, ha visto l’uscita del Lingotto da Confindustria.
E ora arriva quello che si potrebbe definire l’atto decisivo: disdetta unilaterale dei contratti in essere, Fiat va verso il contratto aziendale per tutti. Presumbilmente, il modello sarà appunto quello di Pomigliano, contratto che come quello di Mirafiori è stato controfirmato dalle sigle metalmeccaniche di Cisl e Uil ma non dalla Fiom (Cgil).
Fiat ha inviato una lettera ai sindacati comunicando «il recesso, a far data dal primo gennaio 2012, da tutti i contratti applicati nel gruppo e da tutti gli altri contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti, nonchè da ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto». La seconda mossa sarà quella di convocare i sindacati (Fiom compresa) per incontri finalizzati «alla eventuale predisposizione di nuove intese collettive» ed esprime disponibilità ad «assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto alle precedenti normative». Dunque, Fiat non applicherà più il contratto nazionale dei metalmeccanici. C’è un mese di tempo, o poco più, per trovare un’intesa su un nuovo contratto.
Fim-Cisl e Uilm hanno di fatto espresso disponibilità a un’intesa. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni immagina regole nazionali per tutte le aziende auto della Fiat e poi regole secondarie diverse tra stabilimento e stabilimento, ipotizzando quindi che si vada verso un contratto dell’auto. E dice chiaro e tondo di non aver intenzione di convocare scioperi contro la Fiat. Il segretario della Uilm Rocco Palombella definisce la scelta unilaterale del Lingotto «un fatto grave» ma si dice pronto alla sfida di trattare «condizioni migliorative» come promesso dall’azienda.
Chi invece allo sciopero pensa eccome è la Fiom: In vista di uno sciopero generale, il segretario generale Maurizio Landini ha annunciato due ore di stop entro il 29 novembre, giorno in cui si riunirà il comitato centrale che, con ogni probabilità, proclamerà appunto lo sciopero generale. Le due ore di sciopero serviranno per organizzare assemblee in tutti gli stabilimenti (sono esaurite le ore di assemblea, per questo si convoca lo sciopero), in vista della riunione del 29.
Nel frattempo in casa Fiat si registra un’altra notizia, che non riguarda i contratti ma il management. Cambio della guardia fra i top manager Usa: Laura Soave lascia il ruolo di numero uno del brand in Nord America e viene sostituita da Timothy Kuniskis, finora direttore marketing dei marchi Fiat e Chrysler. Kuniskis sarà anche a capo di vendite, rete dei concessionari e servizi di assistenza. Il suo obiettivo principale sarà prevedibilmente quello di far decollare le vendite della 500 oltreoceano che stanno registrando delle difficoltà.
Quanto a obiettivi, Marchionne ieri ha dichiarato che Fiat e Chrysler venderanno quest’anno 4,2 milioni di auto, mentre il target al 2014 è di sei milioni di vetture.