Crisi Gran Bretagna: manager e ricchi al banco dei pegni

di Andrea Barbieri Carones

3 Gennaio 2012 14:00

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In Gran Bretagna, la crisi economica sta incrementando gli affari dei banchi dei pegni, frequentati soprattutto da ricchi manager in difficoltà.

In Gran Bretagna la crisi colpisce tutti gli strati sociali. E il termometro di questa situazione è l’aumento repentino di persone che si rivolgono al banco dei pegni per avere un prestito, lasciando in deposito beni mobili che con una frequenza sempre maggiore sono di lusso e appartengono a manager, imprenditori o direttori di grandi e piccole aziende.

E così, i banchi dei pegni più rinomati stanno facendo affari d’oro, visto che negli ultimi mesi sono arrivati oggetti come Ferrari, Porsche o Mercedes (spesso prelevate con discrezione da camion appositi direttamente presso le abitazioni di chi ne fa richiesta), orologi di marche svizzere, vini pregiati, chitarre elettriche, yacht, gioielli, oro e persino elicotteri, esempio di uno status symbol caduto in disgrazia.

Visti gli affari in corso stanno aprendo molti altri sportelli in tutto il Paese: Albemarle & Bond, per esempio, si appresta a inaugurare 25 banchi dei pegni da nord a sud assumendo 300 persone, mentre il concorrente Paul Aitken e la sua Borro, fondata nel 2008 fiutando l’arrivo della crisi, si è specializzata nei pegni di lusso, visto che generano un fatturato particolarmente elevato in questo periodo di difficoltà economica globale.

Del resto le cifre parlano chiaro: nel 2011, i clienti che hanno impegnato beni di lusso sono raddoppiati mentre le cifre sono triplicate, con importo medio di prestiti che ha raggiunto auota 3.500 sterline, pari a poco meno di 4mila euro che supereranno quota 5mila euro nel corso del 2012 con il peggiorare dell’economia e con molte aziende e molti imprenditori costretti a bussare alla porta del banco dei pegni per ricevere denaro fresco con cui pagare alcuni debiti, sempre con la spada di Damocle di tassi di interesse altissimi.

Pare che tra i nuovi frequentatori di questi sportelli, un tempo esclusiva di avventurieri che magari sperperavano una fortuna al gioco o si concedevano lussi troppo cari per le proprie tasche oppure esclusiva di pensionati o esponenti della middle class alle prese con spese improvvise, sono anche affermati banchieri e guru della finanza le cui aziende, magari, non hanno potuto pagare i bonus milionari previsti a inizio anno al raggiungimento di una certa soglia di fatturato.

I prestiti vanno da un minimo di mille fino a un massimo di 1 milione di sterline con interessi annui che arrivano al 39,1% per importi sopra le 10mila sterline (circa 11mila euro) e che salgono a vertiginose percentuali del 68,8% per le cifre al di sotto di quella soglia.

Fino allo scorso anno, i prestiti erano ripagati nel giro di 4 o 5 mesi. Quest’anno, invece, potrebbe servire qualche settimana in più. Ultimamente, poi, pare ci siano imprenditori che utilizzano il banco dei pegni per avere in tasca del denaro contante da investire in un affare ad alta resa, riscattando poi il bene nel giro di pochi giorni per poi magari impegnarlo nuovamente entro poche settimane.