RIM, produttore canadese degli smartphone e tablet BlackBerry, si starebbe apprestando a un cambio ai vertici: i co-fondatori attuali, Mike Lazaridis e Jim Balsillie, starebbero per lasciare la loro posizione nell’azienda che avrebbe già dal 31 gennaio un unico presidente.
L’indiscrezione proviene dal Financial Post, che indica come un comitato di sette consiglieri indipendenti starebbe considerando l’eventualità di rimuovere i due Chief Executive Officer Mike Lazaridis e Jim Balsillie dal loro incarico. Dovrebbe essere Barbara Stymiest colei che prenderà l’incarico di presidente di RIM, oggi amministratrice indipendente entrata a far parte del gruppo cinque anni fa. I consiglieri sarebbero pertanto propensi ad affidare la gestione della società ad un unico presidente indipendente, anche se tuttavia l’intera struttura di governance potrebbe subire qualche cambiamento.
Da sempre i co-fondatori e i co-CEO Lazaridis e Balsillie controllano RIM svolgendo anche l’incarico di co-presidenti e finora la loro leadership non è mai stata messa in discussione; tra i due, però, sono emerse le prime divergenze nell’ultimo anno quando sono pervenuti una serie di risultati assolutamente negativi per l’azienda: i BlackBerry non sono riusciti a tenere il passo con la concorrenza, individuabile in primis in iOS di Apple e in Android di Google, perdendo continuamente quote di mercato e valore a Wall Street. Nel corso del 2011, il prezzo delle azioni RIM è sceso del 75% a causa di mosse di mercato non proprio appropriate, problemi ai servizi e numerosi flop a livello dei prodotti, per ultimo quello del tablet BlackBerry PlayBook che nelle ultime ore ha subito un forte taglio di prezzi, passando al prezzo di 299 dollari.
Chiamati oggi a rispondere delle indiscrezioni relative al cambio al vertice, in RIM si sono limitati a rimandare tutto al report del comitato del prossimo 31 gennaio. C’è da sottolineare però come Lazaridis e Balsillie siano anche i maggiori azionisti di Research in Motion, con il mano in 12% a testa delle azioni in una società in cui nessuno possiede più del 10% delle quote.