Tagli governo: è la volta degli stipendi dei manager pubblici

di Andrea Barbieri Carones

11 Gennaio 2012 11:30

logo PMI+ logo PMI+
Il governo Monti punta a tagliare stipendi ed emolumenti vari dei manager di Stato; tagli anche alla presidenza del Consiglio con risparmi di 486 mln.

Parola d’ordine, tagliare. La linea del governo Monti è ben delineata in tema di risparmi e tagli da adottare. Non solo tasse dunque, ma anche meno spese e tagli un po’ ovunque. In attesa delle decisioni che prenderà il Parlamento sugli stipendi di deputati e senatori, il governo sembra che si occuperà innanzi tutto di alcuni stipendi di manager di Stato e le loro relative liquidazioni. Anche perché, come spesso ricorda il premier, alcuni dei suoi ministri, che presentavano cumuli di retribuzione, hanno già provveduto a rinunciarvi.

Secondo punto previsto dal programma Monti riguarda i tagli alla pubblica amministrazione: la commissione presieduta dal presidente Istat, Enrico Giovannini, dopo aver pubblicato alcuni dati sulla comparazione degli stipendi dei parlamentari italiani con quelli degli altri Paesi europei continuerà il suo lavoro prendendo in esame altri costi della politica legati a numerosi enti e uffici pubblici.

Il ministero dell’Economia «vigilerà sull’osservanza da parte degli enti delle direttive governative che mirano al contenimento e al monitoraggio della spesa pubblica, segnalando eventuali inadempimenti ai competenti uffici del ministero». Ci sarà quindi una commissione di controllo della spesa di ogni ministero che dovrà lanciare l’allarme se le regole vengono violate. I maggiori tagli che verranno effettuati riguarderanno tutti gli incarichi onorifici (massimo 30 € per ogni gettone di presenza), diminuzione dell’80% per relazioni pubbliche e convegni e riduzione di auto blu e missioni.

L’abolizione delle Province per ora è stata accantonata ma il premier intende effettuare ulteriori controlli sui risparmi effettivi dell’operazione e riaprire, in tempi brevi, il discorso con le parti interessate. Bloccata al momento anche la riorganizzazione della Protezione Civile. Ma Palazzo Chigi dà il buon esempio e taglia anche le sue spese, fissandole a 2 miliardi e 413 milioni di euro, vale a dire 486,8 milioni in meno rispetto all’anno scorso: un -16,7% che Mario Monti utilizzerà per provare a vincere le resistenze della macchina statale.