Finanza: come sarà il 2012? Le previsioni degli economisti

di Andrea Barbieri Carones

13 Gennaio 2012 08:00

logo PMI+ logo PMI+
Il Financial Times ha interpellato 83 economisti chiedendo di fare una previsione su come sarà il 2012: situazione seria, ma non grave.

Il  Financial Times ha provato a tracciare le tendenze economiche e finanziarie del 2012 intervistando 83 celebri economisti. In linea generale, ne emerge che la maggior parte di loro prevede una situazione in peggioramento ma anche la sopravvivenza dell’Euro e non la sua fine.

Vivremo un anno “nero” dice la maggioranza degli intervistati, le economie occidentali e soprattutto la zona dell’euro continueranno a vivere un periodo di recessione, ma la moneta unica riuscirà a venirne fuori verso la fine dell’anno vedendo leggermente migliorare la situazione.

Fra gli economisti intervistati dal quotidiano londinese, ci sono alcuni ex membri di spicco della Banca d’Inghilterra. L’analisi è la più pessimistica che il giornale della City fa dal 2009 anno in cui l’economia del Regno Unito ebbe un calo dello 0,8%. Sebbene 43 degli interpellati ritengano che l’euro verrà fuori dalla crisi «più o meno intatto», soltanto in due credono che il regno possa isolarsi dalla crisi dei Paesi che utilizzano questa moneta: infatti secondo la maggior parte degli analisti, la mossa del premier Cameron di non sottoscrivere il patto di stabilità dell’Unione europea, non ha avuto l’effetto sperato.

La decisione, presa per salvaguardare gli interessi di Londra, potrebbe infatti non bastare a salvare il Regno Unito dal contagio della crisi, perché il destino degli inglesi dipende comunque da quello dell’Eurozona. Secondo 45 degli intervistati l’economia peggiorerà e per un terzo di questi lo farà per un trimestre o addirittura due. Solo in 14 sperano che l’economia invece si riprenda e solo in 13 credono che rimarrà pressoché invariata.

Per la maggior parte di loro, il piano per la riduzione del deficit del governo di coalizione è stato giusto, mentre per 21 di loro è stato troppo duro, avvenuto troppo in fretta. A dispetto delle difficoltà dell’economia britannica, soltanto una minoranza degli specialisti interpellati dal Ft esorta il ministro delle Finanze George Osborne ad abbandonare il suo piano settennale di austerità (aumenti delle imposte e pesanti tagli alla spesa pubblica) per intraprendere invece una politica di maggiore stimolo dell’economia a base di tagli fiscali e incrementi della spesa pubblica.

Soltanto il 21% degli economisti concordano con Ed Balls, ministro del Tesoro del governo-ombra dell’opposizione, secondo cui le misure di austerità decise dal governo sono troppo rigide. Ma il sostegno alla politica fiscale di Osborne non si traduce in alcun ottimismo: la visione per il 2012, titola in prima pagina il Financial Times, rimane “tetra”.