Un nuovo alleato con cui creare una partnership strategica di medio-lungo periodo: è il prossimo obiettivo di Fiat-Chrysler, a un paio d’anni dalla firma dell’accordo che portò alla creazione del gruppo produttore di auto.
L’integrazione fra l’azienda italiana e il brand americano, secondo quanto confermato dal suo amministratore delegato Sergio Marchionne, dovrebbe comunque ulteriormente consolidarsi a breve, passando dall’attuale 20% al 50% entro la fine del 2012, con un graduale coordinamento dei vertici aziendali, delle acquisizioni e delle strutture. Entro il 2015, poi, si potrebbe giungere a una fusione completa tra Fiat e Chrysler, rilevando la quota del 42% attualmente in possesso del fondo americano Veba, gestito dal sindacato UAW.
Sarebbe proprio questo il requisito fondamentale da ottenere prima di procedere verso una nuova alleanza che, secondo l’AD italo-canadese, potrebbe contribuire al raggiungimento di una produzione pari a 8-10 milioni di autovetture l’anno, a fronte degli attuali 4,2 milioni (con una previsione di 5,9 milioni di immatricolazioni nel 2014), consentendo inoltre di dividere le spese di produzione e sviluppo, raggiungendo così maggiori livelli di efficienza.
Se, da una parte, Marchionne sembra sempre più rivolto verso gli USA per investire nella produzione di nuovi modelli, dall’altra pare che voglia consolidare la presenza del proprio marchio in Europa, prima che sia lo stesso mercato a imporlo. Chi potrebbe essere, dunque, il terzo partner del binomio Fiat-Chrysler?
Secondo alcuni, è possibile che l’azienda scelga perfino un alleato di nazionalità asiatica: c’è da prendere in considerazione, ad esempio, la partnership attualmente in corso di negoziazione con Maruti Suzuki India per l’approvvigionamento di motori diesel; al contempo, resta possibile un ampliamento degli accordi con Tata Motors. Altri credono che il colosso automobilistico miri invece a un partner europeo. Recentemente si erano diffuse voci su una possibile alleanza con PSA Peugeot-Citroen: un’ipotesi plausibile, nell’ambito del progetto di espansione nel mercato del “vecchio continente”, ma forse difficilmente attuabile a causa del desiderio di autonomia del brand francese e degli ultimi negativi risvolti della Borsa.
La possibilità di un’intesa è del resto stata respinta dallo stesso CEO che nei giorni scorsi, in un commento a margine del Salone di Detroit, ha negato l’esistenza di “un piano per l’alleanza con Peugeot”: “Non ci sono state discussioni: questa è pura speculazione”, ha affermato. Se Marchionne non si è sbilanciato, nuove e buone notizie al Salone dell’auto sono invece arrivate da Ford, il cui amministratore delegato Alan Mulally ha dichiarato che la sua azienda ha in programma l’assunzione di 15.000 nuovi dipendenti in tutto il mondo: il reclutamento sarà particolarmente sostanzioso nei prossimi mesi, a seguito dell’uscita sul mercato di nuovi prodotti, in una quantità senza precedenti nella sua storia.