Kodak ha chiesto l’applicazione del Chapter 11 negli Stati Uniti, ovvero il fallimento assistito, ma l’azienda ha reso noto attraverso un comunicato ufficiale che il proprio business europeo non è coinvolto nel processo di riorganizzazione aziendale e pertanto le proprie consociate non-statunitensi non vi rientrano e continueranno ad operare nella normalità, senza alcun drastico cambiamento.
Visto che le società controllate da Kodak al di fuori degli USA non sono soggette alla legislazione summenzionata, il flusso di beni e servizi ai clienti continuerà a livello globale, pertanto manterranno tutti gli obblighi verso clienti e fornitori, così come fatto finora.
«La decisione presa dalla casa madre negli USA di ricorrere al “Chapter 11″ per la riorganizzazione volontaria delle società americane, non riguarda il nostro business europeo» ha dichiarato Philip Cullimore, Managing Director Europe della società. «In Europa, abbiamo assistito ad uno spostamento sempre maggiore verso le applicazioni imaging rivolte al mercato Business to Business. Queste applicazioni, in Europa, sono caratterizzate da una significativa presenza nel comparto della stampa e stanno mostrando significative e rapide crescite».
La riorganizzazione generale di Eastman Kodak Company è necessaria per rendere nuovamente l’azienda profittevole ed economicamente stabile dopo il fallimento. Kodak è quel produttore che ha fatto in passato la storia della fotografia analogica ma non ha saputo reggere il passo nell’era delle fotocamere digitali, sorpassata da aziende concorrenti che hanno offerto prodotti tecnologicamente avanzati e in grado di attirare pienamente l’interesse dei consumatori.
Insomma, la bancanotta assistita fungerà per ritrovare il percorso necessario a farsi nuovamente avanti nel settore, sebbene Kodak in futuro sarà probabilmente differente da come i consumatori la conoscevano prima.