Bce, crisi sì, ma in Europa non c’è stretta creditizia

di Rosaria Di Prata

24 Gennaio 2012 08:30

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Europa: rilevazioni della Bce indicano difficoltà sul fronte dell'occupazione e incertezza economica, anche se non c'è una forte stretta al credito.

Nel bollettino mensile, la Banca Centrale Europea evidenzia il “deterioramento dei mercati del lavoro e una crescita dell’occupazione negativa seguita da un tasso di disoccupazione che è salito leggermente”. Tutti i paesi che appartengono all’Euro stanno ravvisando questa concreta sofferenza e ciò che maggiormente preoccupa la Banca centrale Europea è che “le prospettive economiche sono soggette ad elevata incertezza e considerevoli rischi al ribasso, l’inflazione probabilmente si manterrà su livelli superiori al 2% per diversi mesi prima di scendere al di sotto di tale valore”.

Per il 2012 appena iniziato si ravvisano solo “timidi segnali di una stabilizzazione modesta”: nel settore crediti il rallentamento c’è stato ma non si è mai arrivati al temuto credit crunch, quella stretta del credito che indica un calo significativo dell’offerta di prestiti di denaro o un inasprimento improvviso delle condizioni. La Bce ha riportato un calo dell’19% in novembre e del 3% ad ottobre. Le tensioni sui mercati finanziari fino a novembre, nell’insieme, non hanno contribuito a fornire dati di una riduzione consistente del credito.  

Per il settore bancario, la Bce spera che “l’offerta di liquidità continui a sostenere le banche dell’Euro e che le misure non convenzionali di politica monetaria diano segnali positivi nel settore del finanziamento.

“Le misure che si stanno prendendo in esame potranno dare una risposta concreta sul mercato solo nei prossimi mesi e quindi avere un riscontro tangibile in riferimento ai dati oggi presenti. Tali dati oggi forniti lanciano le basi per l’attesa di un futuro economico europeo solido e lontano dalle incertezze che oggi lo fanno vacillare.

Intanto, durante la settimana scorsa, la Banca centrale ha acquistato asset per 2,243 miliardi di euro portando l’ammontare degli investimenti nell’ambito del Securities Markets Programme a quota 219 miliardi di euro. L’SMP, in sostanza, è un programma di sostegno alla liquidità dei mercati dell’Eurozona. E’ tramite queste misure che la Bce è potuta intervenire sinora nel mercato secondario dei titoli di Stato dell’Europa.