Leader più interessante d’Europa: così Mario Monti viene definito dal Financial Times, che pubblica un editoriale decisamente a favore del Presidente del Consiglio ponendolo anche a confronto con alcune delle più note personalità politiche internazionali.
La penna di Philip Stephens stila un puntuale ritratto del premier Mario Monti descrivendolo come un leader di grande potere e, soprattutto, in grado di determinare il destino dell’Europa intera: “L’Italia è tornata in scena. Angela Merkel è il leader europeo che ha oggi più potere. Nicolas Sarkozy ambisce a essere il più energetico. Ma Mario Monti è il più interessante. Dopo un’assenza di un paio di decenni, con lui l’Italia è tornata sul palcoscenico. E il destino di Monti può rivelarsi il destino dell’Europa”.
Quali sono le doti principali del successore di Silvio Berlusconi alla guida dell’Italia? Il noto quotidiano finanziario individua alcuni pregi fondamentali di Monti, il primo dei quali è proprio la diversità dal suo predecessore, seguito dal favore che il leader sembra avere da parte di Barack Obama.
Tutti elementi che consentono di ipotizzare un ritorno in grande stile dell’Italia dentro la politica economica europea, con la conseguente ripresa di un ruolo di grande peso avuto in passato e tuttavia perso durante “l’era Berlusconi”, per il quale ci sono parole di aspro dissenso: “Per quanto sempre sicuro di ricevere un caloroso benvenuto da Putin, Berlusconi era ignorato dai suoi partner dell’Unione Europea, che lo consideravano fonte di irritazione o di imbarazzo. Monti è diverso da ogni punto di vista. Berlusconi faceva pesanti battute sull’aspetto della Merkel. Monti con la Merkel parla di economia”.
Mario Monti, invece, può contare sull’appoggio della Casa Bianca, che probabilmente sarà sancito pubblicamente nel corso del non lontano incontro con Obama a Washington. Nell’ex commissario europeo si intravvedono quindi enormi potenzialità soprattutto se si pensa al clima politico e culturale italiano, caratterizzato da una fiducia in via di ripresa nei confronti del governo ma anche da una debolezza diffusa tra le forze politiche. Tenendo conto di questi fattori, infatti, il Financial Times ipotizza la permanenza di Monti come Presidente del Consiglio fino al 2013 nonostante sia formalmente a capo di un governo tecnico.
È sempre il quotidiano inglese a sottolineare come l’ostacolo più duro da oltrepassare per Monti sia quello relativo alle liberalizzazioni, tuttavia non sembrano esserci dubbi sulla urgenza e necessità di questo pacchetto di provvedimenti che, attualmente, sta dando vita a infinite polemiche.