Competenza e specializzazione, come cambia il lavoro e la professione negli Usa

di Carlo Lavalle

7 Febbraio 2012 07:30

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Un'analisi sulle trasformazioni del lavoro e delle sue conseguenze sulla vita aziendale e professionale: la competenza vale più dell'esperienza.

“Dobbiamo abituarci all’idea di un lavoro diverso da come lo abbiamo concepito finora”, sostiene Josh Bersin, analista nel campo delle risorse umane, dalle colonne di Forbes. Negli Stati Uniti le aziende che si riorganizzano con strutture più agili per essere più pronte a rispondere alle trasformazioni del mercato richiedono maggiore competenza e specializzazione ai nuovi assunti.

Anche a fronte di una disoccupazione intorno al 9% le agenzie di reclutamento del personale lamentano la mancanza di talento come il principale problema. Seth Godin, famoso esperto di marketing, intervistato in un talk show canadese, parla di fine di un certo tipo comune di lavoratore, collegandolo al tramonto dell’era industriale.

Società come la Pfizer hanno creato programmi aziendali per spingere le maestranze ad approfondire le loro conoscenze incoraggiando all’interno la mobilità orizzontale.

Stiamo assistendo ad un rinnovamento che agisce ad un livello profondo. I lavori sono sempre più specializzati, le persone cercano di lavorare in team, si varcano i confini delle funzioni, e il successo viene ridefinito dalla competenza non dall’ampiezza del controllo.

La logica tradizionale vorrebbe il lavoro inserito in un modello predefinito e istituzionalizzato nel contesto di un assetto gerarchico stabile. Il lavoratore di oggi non appare più incasellato in schemi precostituiti e grazie alle tecnologie dell’informazione si possono svolgere compiti dovunque. Il progresso non appare legato necessariamente ad una ascesa verso l’alto ma in un approfondimento delle competenze. Siamo davanti ad una situazione nella quale per mantenere l’impiego o trovarne uno nuovo è più importante essere competenti e specializzati che avere esperienza.

Il cambiamento in ambito IT (Information Technology) rende bene l’idea del processo di crescente specializzazione. Prima le aziende assumevano più facilmente persone con competenze di programmazione generale mentre oggi le figure ricercate sono altamente specializzate (specialisti dell’interfaccia utente, esperti di sistemi IOS, ecc.).

Ragionando in termini generali, il lavoratore è tale non perché ricopre semplicemente un ruolo ma in quanto responsabile di “attività” e “progetti”. In un certo senso, si può dire che il lavoro generico si avvicina nella sostanza a quello di tipo manageriale.

Bisogna prendere atto di questo slittamento e premiare risultati e competenza non la posizione fine a se stessa.

Organizzazioni come la Federal Reserve ricompensano l’apprendimento continuo sul posto di lavoro contribuendo così all’agilità aziendale. Google assume sulla base di test che rivelano abilità intellettuale e capacità di adattarsi. Conta sempre meno l’esperienza anche per American Express e più il dinamismo personale come fa chiaramente intendere l’indirizzo di United Health Group che ha creato un apposito team dedicato a favorire la mobilità interna e a sviluppare il talento dei propri impiegati.