A pochi giorni dal fallimento di Spanair, anche un altro vettore aereo europeo dichiara bancarotta: si tratta della compagnia di bandiera ungherese Malev, classificata dal governo come un’azienda di importanza strategica per il Paese. Lo stop delle attività, già più volte prospettato come possibile dal management aziendale, è stato annunciato in un comunicato ufficiale, in cui si leggeva “Dopo 66 anni, Malev non decolla più”.
La decisione è stata motivata dal vettore con l’impossibilità di erogare i propri servizi a causa della completa mancanza di liquidità a seguito dell’imposizione, stabilita un mese fa dall’Unione Europea, di ripagare le sovvenzioni statali (pari a circa 200 milioni di euro e ricevute fra il 2007 e il 2010), perché contrarie alle norme sulla concorrenza.
Lo Stato ungherese negli ultimi 20 anni aveva già tentato in più occasioni di salvare Malev dal fallimento, riacquistandola due volte dopo altrettanti tentativi di privatizzazione rivelatisi di scarso successo (prima grazie a un accordo con Alitalia, poi con una compagnia privata russa). La sospensione dei voli ha creato disagi a migliaia di passeggeri, circa 7.000 nella sola giornata di venerdì, fra cui oltre cento viaggiatori in attesa di partire per Budapest dall’aeroporto di Roma-Fiumicino e poi riprotetti su voli di altre compagnie. Non per tutti coloro che sono rimasti a terra vi sarà un rimborso: solo per chi ha acquistato biglietti per viaggi aerei fino al 5 febbraio 2012.
Ma la chiusura delle attività di Malev risulta drammatica soprattutto per i suoi 2600 dipendenti, che verranno licenziati. Non è neppure certo (e gli analisti tendono ad escluderlo) che in futuro verrà ricostituita un’altra compagnia di bandiera d’Ungheria: il premier del Paese Viktor Orban non ha scartato del tutto tale possibilità, più plausibile nella (seppur difficile) presenza di un eventuale investitore straniero.
Intanto, finché i vertici dell’ex compagnia di bandiera non stabiliranno un piano di riassetto, un commissario liquidatore avrà il compito di gestire i non semplici rapporti con i creditori. La moratoria straordinaria stabilita dal Tribunale di Budapest per la compagnia stabilisce fra l’altro, come annuncia in un comunicato il Ministero dello Sviluppo, che “Le richieste dei creditori sono sospese e le garanzie aggiuntive per il non pagamento delle fattura non potranno più essere applicate”. Nessun pagamento dei debiti potrà avere luogo senza la preventiva autorizzazione del curatore, che per legge è l’Istituto statale liquidatore.