Casa di moda vendesi. Per 144 milioni di euro. E’ infatti giunta al capolinea la produzione del marchio britannico di calzature, nato nel 1901 e poi reso celebre nel dopoguerra da un ex soldato tedesco che iniziò la produzione di anfibi utilizzando inizialmente gli pneumatici degli aerei militari della Luftwaffe. Dopo un passaggio di mano che portò la proprietà in mani inglesi, i prodotti dell’azienda diventarono celebri in tutto il mondo.
Incaricata di cercare un compratore e di curare l’asta di acquisto è stata la Banca di investimenti Rothshild, dopo che nell’ultimo decennio l’azienda si era lentamente ripresa dopo un momento difficile all’inizio degli anni Duemila. Lo scorso anno il proprietario Giggs ha registrato un utile pre-tasse di circa 16 milioni di euro, contro poco più di 5 milioni del 2010. In crescita anche il fatturato, che nel 2011 ha toccato quota 115 milioni di euro in aumento rispetto al 2010, quando l’azienda sfiorò gli 85 milioni.
Questo grazie alle numerose aperture di punti vendita negli Stati Uniti – che da soli generano il 42% delle vendite – e al boom di vendite in Asia, nuova Mecca per quelle aziende che cercano nuovi sbocchi e nuovi mercati. Ed è proprio nel continente asiatico – in Cina e in Tailandia – che l’azienda nel 2000 ha aperto 2 stabilimenti di produzione per ovviare alla crisi e per far decollare le vendite potendo vantare costi minori. Tempo qualche anno – nel 2007, per la precisione – e la Giggs è ritornata a produrre nello stabilimento originale di Wollaston, nel Northamptonshire, un centinaio di chilometri a nord di Londra.
Queste calzature sono state uno degli status symbol dell’Inghilterra dagli anni Sessanta in poi, quando vennero adottati da famosi gruppi rock e da cantanti d’oltre Manica, prima di approdare addirittura a Hollywood e alle passerelle di moda.
Intanto ci si cheide chi possa essere interessato ad acquisire un’azienda sana e con un brand consciuto nel mondo: c’è chi parla di qualche impresa cinese o di qualche marchio del lusso del vecchio continente, pronto a subentrare con nuove idee.