Utenti Safari contro Google e la privacy forse violata

di Floriana Giambarresi

Pubblicato 22 Febbraio 2012
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

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Proseguono le polemiche contro Google e la presunta violazione della privacy che avrebbe commesso contro gli utenti Apple utilizzanti Safari.

Non si placa il polverone alzatosi negli scorsi giorni contro Google per via dell’accusa lanciata dal Wall Street Journal in merito a una presunta violazione della privacy che l’azienda di Mountain View avrebbe commesso a discapito degli utenti Apple. Nelle scorse ore, un utente statunitense ha denunciato il gruppo e probabilmente sarà avviata una class action nei prossimi giorni.

Matthew Soble ha depositato una causa legale diretta a Google nella giornata di ieri dopo che è emerso che la più grande società al mondo operante su Internet avrebbe consapevolmente e intenzionalmente tracciato le abitudini di navigazione degli utenti Safari che sfogliavano virtualmente pagine Web tramite il browser predefinito su ogni prodotto Apple, ovvero Mac e dispositivi mobile con sistema operativo iOS.

La denuncia è stata depositata presso la corte federale di Delaware e gli avvocati di Soble sono inoltre intenzionati ad avviare una class action di Stato. Il problema è sorto quando il Wall Street Journal ha indicato come sebbene Safari consenta agli utenti di bloccare manualmente i cookie di terze parti, Google avrebbe aggirato le impostazioni della privacy tramite la piattaforma per l’advertising DoubleClick, sfruttando un exploit nel browser di Apple con una parte di codice che sarebbe riuscita ad ingannare lo stesso facendogli credere che un utente avesse acconsentito a interagire con un annuncio pubblicitario e installando un cookie temporaneo.

Secondo Quantcast, 22 annunci dei 100 siti Web più visitati a livello globale implementano la soluzione DoubleClick. Contattato dal Wall Street Journal per fornire chiarimenti sulla vicenda, Google ha immediatamente disattivato la soluzione implementata spiegando che si è trattato di un errore di valutazione e che il proprio codice non è fraudolento poiché non raccoglie informazioni personali. Inoltre, ha diffuso un comunicato ufficiale per commentare quanto avvenuto.

“Il Wall Street Journal ha mal descritto quanto è successo e il perché. Abbiamo utilizzato una funzionalità conosciuta di Safari per offrire agli utenti di Google loggati nel loro account funzioni da loro stessi abilitate.  È importante sottolineare che questi cookie pubblicitari non raccolgono informazioni personali”. Questo un estratto del comunicato diramato da Rachel Whetstone, Senior Vice President Communications e Public Policy di Google, visualizzabile per intero nell’apposito articolo di Manager OnLine.it.

È importante sottolineare che altre aziende operanti nel settore dell’advertising utilizzerebbero la medesima soluzione, così da far funzionare Safari come tutti gli altri browser in relazione ai cookie di terze parti. Tuttavia, gli eventi recentemente accaduti hanno catturato l’attenzione dell’utenza e di vari gruppi di difesa dei consumatori, che hanno inviato una lettera alla Federal Trade Commission chiedendo che vengano adottate delle misure contro Google.

Oltre alla denuncia depositata nelle scorse ore in tribunale e alla possibile class action che pare sarà avviata nei prossimi giorni negli Stati Uniti, anche i legislatori statunitensi stanno esaminando il caso per comprendere se Google abbia davvero violato, e intenzionalmente, la privacy degli utenti Safari. Il senatore del West Virginia, John D. Rockefeller IV, ha comunicato che intende approfondire la questione per stabilire se l’azienda di Mountain View abbia davvero utilizzato una soluzione fraudolenta per aggirare consapevolmente la scelta dei consumatori.