Buone notizie in casa Unicredit: il giudice del tribunale distrettuale di New York, Jed Rakoff, ha assolto il gruppo bancario italiano che era stato accusato di aver agevolato la truffa organizzata dal finanziere americano Bernard Madoff. Era stato Irving Picard, curatore fallimentare del crac, ad accusare Unicredit nel tentativo di recuperare 20 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, il giudice ha stabilito che non è stata stabilita una relazione diretta tra le azioni di Unicredit e le perdite subite dagli investitori.
Picard, a suo tempo, aveva accusato quasi sessanta soggetti fra banche e amministratori, incluse Unicredit e Profumo, di aver aiutato a traghettare 9,1 miliardi di dollari nelle società di Madoff, che si è dichiarato colpevole di una delle maggiori truffe della storia. A suo avviso, dunque, il gruppo di piazza Cordusio aveva contribuito tramite la controllata Bank Austria ad allestire l’enorme raggiro.
Per questo aveva accusato il gruppo italiano e il suo ex amministratore delegato di associazione a delinquere chiedendo la condanna al pagamento di 19,6 miliardi di dollari. In particolare il curatore fallimentare del crack ha riservato al gruppo UniCredit la richiesta di risarcimento maggiore, moltiplicabili per tre volte, fino dunque a 60 miliardi per la legge antiracket americana. Nelle 16 pagine di sentenza, Rakoff respinge seccamente le accuse.
La decisione di Radoff non riguarda le accuse avanzate nei confronti dell’austriaca Bank Medici e sul suo ex numero uno, Sonja Kohn, ritenuta da Picard una dei cervelli della truffa Madoff.
La sconfitta con Unicredit è l’ultima di una serie per Picard, che aveva avanzato accuse simili, poi rigettate, verso Hsbc e JPMorgan Chase. Ma Picard non getta la spugna: anche per Unicredit, come già fatto per Hsbc e JPMorgan, presenterà un appello «alla corte degli Appelli del Secondo Circuito».