Venticinque paesi dell’Unione europea, ad esclusione di Repubblica Ceca e Regno Unito, hanno firmato, questa mattina a Bruxelles, il Patto di bilancio, ovvero quelle misure per la crescita dell’Europa che prevedranno effetti forti e a lunga durata. Per l’Italia, ha firmato il premier Mario Monti.
Il Patto di bilancio rafforza la disciplina fiscale e prevede regole più stringenti per i conti pubblici: è stato fortemente richiesto dalla Germania di Angela Merkel ma anche da altri paesi più virtuosi dell’Unione europea, ma anche il governo italiano l’ha sostenuto. Mario Monti si è infatti dichiarato soddisfatto, sostenendo che erano “due anni che il Consiglio non si occupava di temi diversi dalla crisi finanziaria e quindi è buon segno che questa sia un po’ uscita di scena, speriamo per sempre, e che ci si possa concentrare sui temi della crescita”.
Tra questi, figurano “le specifiche misure suggerite nella lettera dei 12 capi di governo, tra cui l’Italia, molto incentrate anche sullo sviluppo del mercato unico, oggetto di molto interesse e discussione. È interessante che esca forte una linea che chiede alla Commissione ed al presidente del Consiglio europeo di porre sistematicamente maggiore pressione su noi capi di governo e sui capi di governo che si succederanno nel tempo per prendere con maggiore impegno le scadenze sulla realizzazione del mercato unico e poi con ancora maggiore impegno il rispetto di tutte le norme comunitarie perché il mercato unico sia veramente tale e contribuisca alla crescita“.
Il nuovo accordo, che si ricorda non è stato firmato da Gran Bretagna e Repubblica Ceca, vincola i firmatari a un rigido controllo sui conti pubblici e al consolidamento fiscale. L’obiettivo è quello di combattere la crisi del debito e garantire che nei prossimi tempi i conti pubblici rimangano sotto controllo, ovvero basi necessarie affinché l’Eurozona possa uscire dalla crisi economica e tornare a ben sperare per il proprio futuro, con una crescita non solo puramente economica ma anche dell’occupazione.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, ha infatti sempre sostenuto che il metodo necessario per uscire dalla crisi e salvare l’Ue sia proprio controllare deficit e debito pubblico: molti i concordi con l’ipotesi, come ad esempio il presidente dell’Ue Herman Van Rompuy, che ha spiegato come si tratti di un passo davvero importante verso una maggiore stabilità dell’Eurozona.
La parola, però, tocca ora ai singoli governi, come sottolineato da Van Rompuy, che si riferisce ai capi degli stessi: “dovrete convincere i vostri Parlamenti e i vostri elettori che questo trattato è un importante passo per riportare l’Euro in acque sicure. Ho molta fiducia nel fatto che voi ci riuscirete. È importante per riportare la Moneta Unica stabilmente in acque sicure”.