Il debito dell’Italia, dopo essere stato retrocesso in serie B, potrebbe tornare ad essere classificato in categoria A. Lo ha dichiarato in una intervista al quotidiano Il Sole 24 ore Myriam Fernandez de Heredia, managing director responsabile dei rating sovrani di Standard & Poor’s in Europa, Medio oriente e Asia.
Se l’Italia riuscirà a risollevarsi dalle difficoltà mettendo sotto controllo il debito, avviando una fase di crescita e attuando le riforme del governo Monti le stime dell’agenzia di rating statunitense potrebbero essere modificate.
Il responsabile di Standard & Poor’s chiarisce in ogni caso che il rischio di default per il nostro paese è bassissimo. Il rating assegnato all’Italia, BBB+ è “investment grade”.
Per riguadagnare la promozione in A secondo Myriam Fernandez de Heredia serve una “crescita sostenuta nel tempo”. Le riforme sono necessarie ma l’importante è che “abbiano un impatto duraturo sulla crescita”. Il livello del debito pubblico italiano rappresenta un fattore di vulnerabilità. “Per un Paese con un debito/Pil al 120% come l’Italia – sostiene il manager di S&P – occorre produrre avanzi primari sostenuti nel tempo e ridurre il debito”.
In Europa e nel mondo comunque la crisi economica e finanziaria ha determinato una tendenza al declassamento di Stati e aziende. Tuttavia per l’Unione europea la valutazione non è negativa.
“Quello che ci ha delusi – precisa Heredia – è stata la risposta delle politiche europee alla crisi. La reazione dell’Europa, esclusa la Banca centrale europea che con i suoi interventi ha aiutato a frenare il peggioramento della crisi, non ha dato risposte adeguate alle sfide che deve fronteggiare. Per questo motivo abbiamo rivisto i 17 rating sovrani nella zona dell’euro”.