Il Parlamento non avrebbe ancora trovato una soluzione per riformulare l’articolo 27 bis del decreto liberalizzazioni che ha tagliato le commissioni bancarie su crediti, fidi e sconfinamenti. È quanto trapela in anteprima su Reuters che cita una fonte anonima ma vicina alla situazione.
“Non sarà presentato l’emendamento al decreto semplificazioni perché sarebbe stato ritenuto quasi certamente inammissibile”, spiega la fonte parlamentare. A quanto pare, si sta studiando su come rendere la norma per le banche operativa ma la via più semplice potrebbe trovare un ostacolo nei tempi stretti di approvazione del decreto liberalizzazioni.
Il riformulamento della norma in questione è definito salva-banche e stabilisce la nullità di tutte le commissioni bancarie in caso di concessione di linee di credito, ma si aggiunge che tale previsione si applica solo “alle banche che non si adeguano alle norme sulla trasparenza ai sensi della delibera del Cicr, adottata ai sensi dell’art. 117/bis del Codice Bancario”. La via dell’emendamento trova dunque un ostacolo nei tempi tecnici del decreto liberalizzazioni, che scade il 25 marzo, anche se la Camera concluderà l’esame del testo il 22 marzo.
Secondo la fonte anonima parlamentare, l’emendamento pro-banche potrebbe essere infilato a questo punto nel testo del decreto fiscale, sebbene vi sia un ostacolo anche su tale direzione, dato che il dl liberalizzazioni entrerebbe in vigore prima di quest’ultimo, dunque almeno per un po’ l’annullamento della commissioni bancarie sarebbe legge. Il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari si è espresso in mattinata circa la modifica della norma in Parlamento: “Partiti e Parlamento hanno compreso che la norma non sta in piedi e può valere solo come sanzione per chi non rispetta le regole”.