Un lavoro in banca, con uno stipendio fisso, un orario abbastanza gestibile, ferie pagate, pause caffè a volontà e contatto con il pubblico: per la maggior parte dei giovani italiani questo è l’impiego ideale, stando almeno a quanto affermato da un’indagine condotta da Ipsos per conto della FABI (Federazione autonoma bancari italiani).
Monitorando le preferenze e le aspirazioni lavorative dei giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, infatti, è emerso come la professione di bancario sia ancora fortemente presente nei sogni degli italiani, e questo nonostante il continuo fiorire di nuovi lavori orientati più verso il settore tecnologico, e la crisi economica che, inevitabilmente, coinvolge anche gli istituti di credito.
Da cosa sono attirati gli under 25? Se l’88% dei giovani intervistati ha ammesso di considerare la professione di bancario un lavoro adeguatamente retribuito, anche semplicemente come operatorie di sportello, a fare leva sulle aspirazioni dei ragazzi è anche il desiderio di usufruire di una formazione all’interno della banca stessa, come anche il solo fatto di praticare un mestiere che, ancora oggi, è legato a un certo prestigio in campo sociale.
Sono in molti, inoltre, a pensare che lavorare come bancario possa aprire molte porte dal punto di vista professionale, anche perché si tratta di una professione evergreen potenzialmente in grado di diventare ancora più ambita nei prossimi anni. Ma non solo: c’è anche chi vede in questo settore ottime opportunità di carriera anche per le donne, che sebbene siano ancora poco presenti ai vertici dei consigli di amministrazione sono comunque molto attive nel settore impiegatizio.
Il rovescio della medaglia, tuttavia, riguarda in questo caso una pluralità di aspetti che focalizzano l’attenzione sui principali “difetti” di questo mestiere, messi in evidenza da molti dei soggetti interpellati nel sondaggio: cresce infatti la consapevolezza che anche lavorare in banca, ormai, non sia più sinonimo di stabilità, e che lo stress è sempre dietro l’angolo soprattutto se si assiste alla prevaricazione di un collega, oppure se le proprie capacità e meriti non vengono mai premiati.
Nonostante tutti i “contro”, la figura dell’impiegato di banca rappresenta ancora il sogno inconfessabile di molti italiani, nuove leve comprese. Dagli autori del sondaggio arriva anche una possibile spiegazione di questo trend: “Complessivamente il lavoro in banca è riuscito a preservare la propria professionalità, che si riflette nella fiducia che gli intervistati hanno nel personale del proprio istituto di credito (l’80% di loro giudica il bancario positivamente) e indirettamente nella banca stessa. Nonostante ciò, il mercato del lavoro ha subito pesanti cambiamenti, che si riversano anche nel settore bancario. Ciò che però deve rassicurare è che sono soprattutto i giovanissimi a riconoscere al settore l’impiego di alte professionalità. Quello del credito si dimostra, così, un comparto dove oggi come ieri è ancora forte l’attenzione alla crescita del personale e alla sua soddisfazione, non solo economica, ma anche formativa“.