Continua la corsa del debito pubblico italiano, che tra un mese circa (il 28 aprile) supererà la soglia dei 2.000 miliardi. Stando a quanto asserisce il Tesoro, infatti, a fine gennaio l’esposizione italiana aveva già scavalcato la soglia dei 1.935 miliardi di euro, crescendo con un ritmo pari a 14 mila euro ogni secondo. Ne deriva che ogni italiano ha oggi un peso pari a 32.270 euro, con il pagamento di 1.154 euro di interessi ogni dodici mesi.
Alla luce dei dati di cui sopra, il superamento dei 2.000 miliardi di euro di debito pubblico avverrà sabato 28 aprile 2012 alle ore 16.03. E, se non avverrà in tale data, lo storico avvenimento accadrà comunque qualche settimana dopo o, al massimo, a distanza di pochi mesi. “Il problema a questo punto non è il se, ma il quando succederà” dichiarano gli esperti di via Nazionale. “se si va avanti alla velocità di inizio anno, 50,4 milioni di nuovi debiti all’ora, il D-day è fissato per il pomeriggio del 28 aprile”.
Ad ogni modo, a voler cercare i responsabili di tale patologico indebitamento, difficilmente si potranno individuare negli esponenti dell’attuale esecutivo. Alla fine degli anni ’70 il debito pubblico italiano viaggiava intorno a 10 miliardi di euro, con un rapporto con il prodotto interno lordo pari a 44 punti percentuali. Nel 1980 il debito era già salito a 114 miliardi di euro, con un rapporto nei confronti del Pil pari a 55 punti percentuali. Nel 1995 il rapporto debito / Pil era invece schizzato a quota 121,8 punti percentuali, con un lieve miglioramento tra il 1995 e il 2007 e, in particolar modo, in prossimità del varo dell’euro. Dal 2008 in poi, invece, un nuovo picco del debito pubblico, anticamera del già ricordato raggiungimento della quota 2.000.
Non tutto sembra comunque perduto: secondo una buona parte degli osservatori, infatti, le riforme introdotte dall’esecutivo Monti produrranno i loro effetti benefici sul contenimento del debito e sul suo rapporto con il Pil. Peccato che tali benefici saranno rilevabili solo nel medio periodo, lasciando al 2012 una magra consolazione.