Steve Jobs è l’imprenditore più importante dei nostri giorni. A dirlo, oltre che le vendite di miliioni di iPhone e iPad in tutto mondo, anche una classifica stilata dalla rivista americana Fortune, che ha elencato i 12 principali cervelli che oltre a essere “affamati e folli” sono anche stati molto concreti a creare un impero economico e a rivoluzionare l’economia dei rispettivi settori partendo dai propri sogni.
La graduatoria – c’era da aspettarselo – è dominata dai rivoluzionari imprenditori della new economy, che dei loro quartier generali della Weest coast americana, hanno saputo portare nel mondo innovazione e tecnologia, ma soprattutto idee e capacità di realizzarle.
Per questo motivo, dietro al Steve Jobs creatore della Apple e di tutti i suoi prodotti che via via sono giunti sul mercato, ecco che il secondo posto è stato assegnato a Bill Gates, che con la sua Microsoft è entrato nei computer di tutto mondo rivoluazionando l’approccio al lavoro di centinaia di milioni di persone cambiando il loro modo di fare business. Ed è proprio quest’ultimo aspetto quello più tenuto in considerazione da Fortune, che nei top 12 ha inserito solo chi ha veramente rivoluzionato il mercato, innovando, ispirando e coinvolgendo i collaboratori.
Come ha fatto Fred Smith di FedEx, che ha rivoluzionato il mondo della logistica e dei trasporti di merci creando ua fitta rete di aerei e mezzi su strada in grado di portare “oggetti” da un continente all’altro in poche ore passando spesso attraverso l’aeroporto di Memphis, in Tennessee.
Al quarto posto ecco ancora un imprenditore della West Coast, quel Jeff Bezos di Amazon che dal quartier generale di Seattle, nell’estremo nordovest degli Usa, ha rivoluzionato il commercio elettronico perché “è un sognatore che ha saputo essere creativo e concreto” come dice la stessa rivista: nel 1992, infatti, lasciò un importante lavoro nella finanza di New York per buttarsi nel commercio via internet di libri, quando ancora la rete non si era ancora affacciata nell’economia mondiale ed era ancora in poche case e in poche aziende. Fu per questo che il suo capo gli disse: “L’idea è ottima. Ma credo lo sia per chi non ha un lavoro e non per te che hai una posizione rielvante e gaudagni bene”.
Tra i big ecco anche Larry Page e Sergey Brin di Google, Howard Schutlz di Starbucks e Mark Zuckerberg di Facebook. All’ottavo posto ecco John Mackey di Whole Foods che precede Herb Kelleher di Southwest Airlines e l’indiano Narayana Murthy, il 65enne ingegnere elettronico che nel 1981 fondò Infosys, aiutando l’economia del suo Paese a compiere il grande passo trasformandosi da rurale all’avanguardia. Chiudono la classifica dei migliori 12 Sam Walton di Wal Mart e Muhammed Yunus della Grameen Bank.
“Naturalmente – come dice lo stesso autore della classifica – questa graduatoria è soggettiva”. In ogni caso, questi guru hanno craeto aziende che, complessivamente, valgono 17mila miliardi di dollari sul mercato, dando lavoro a più di 3 milioni di persone che vanno da 2,1 milioni di Wal Mart alle “appena” 3mila di Facebook.