Le aliquote dell’Imu fanno discutere e cambiano ancora faccia. La tassa sulla casa, infatti, non seguirà solo le decisioni prese dai singoli comuni ma anche i conteggi perfezionati a Roma: secondo l’ultimo pacchetto di correzioni al decreto fiscale, infatti, entro il prossimo 31 luglio sarà emanato un decreto della presidenza del Consiglio che conterrà la «modifica delle aliquote, delle relative variazioni e della detrazione».
Una volta definito l’importo dell’acconto, che dovrà essere pagato entro il 18 giugno sulla base delle aliquote nazionali attualmente in vigore, il Governo potrà ritoccare i parametri generali dell’imposta, così da garantire comunque alle casse pubbliche i 21,4 miliardi di euro di introiti attesi per il 2012. Il saldo dell’Imu, infatti, dovrà essere pagato a dicembre secondo le nuove aliquote, che saranno sì decise dai Comuni, ma nell’ambito della nuova cornice delineata a livello nazionale.
Il subemendamento firmato ieri sera a nome del Governo dai senatori Mario Baldassarri (Fli) e Antonio Azzollini (Pdl) prende atto del fatto che il gettito dell’Imu in questo momento è molto difficile da stimare. E questo per l’impossibilità di conoscere gli introiti derivanti dagli immobili rurali, che non sono mai stati tassati e in molti casi sono ancora accatastati come terreni ma anche per la difficoltà di calcolare quante saranno le abitazioni principali, che ai tempi dell’Ici erano 19,7 milioni e che con l’Imu sono sicuramente destinate a scendere di numero.
Una situazione di incertezza che si spera si possa delineare quanto prima. Intanto, entro il 18 giugno i contribuenti verseranno l’acconto dell’Imu, che sarà pari al 50% dell’imposta dovuta e andrà calcolato con le aliquote e gli sconti definiti dal decreto salva-Italia: 4 per mille sulla prima casa e 7,6 per mille sugli altri immobili. Poi, entro il mese di luglio, il ministero dell’Economia verificherà il gettito e detterà le correzioni del caso. Correzioni che potranno riguardare il livello delle aliquote nazionali, ma anche i margini di manovra comunali. Inoltre, potrebbe cambiare anche la detrazione di 200 euro riconosciuta sull’abitazione principale, così come quella aggiuntiva di 50 euro oggi prevista per ogni figlio di età non superiore a 26 anni che abiti nella stessa casa.
Nel frattempo, entro il 30 giugno i Comuni approveranno il preventivo, iscrivendo in bilancio il gettito Imu così come stimato dal dipartimento delle Finanze. Dopodiché, entro il 30 settembre, sulla base dei dati aggiornati, potranno «approvare o modificare il regolamento e la deliberazione relativa alle aliquote e alla detrazione del tributo». I sindaci, quindi, potranno aspettare il provvedimento del Governo prima di mettere nero su bianco le aliquote locali, che comunque saranno “usate” dai contribuenti solo per il versamento del saldo entro il 17 dicembre.