Fare carriera all’estero, a costo di grandi sacrifici ma con la prospettiva di lauti guadagni e soddisfazione personale non è più la priorità dei laureati italiani. Cosa vogliono i giovani freschi di titolo di studio? Un lavoro, prima di tutto, purché in Italia e possibilmente stabile.
A dipingere un ritratto inedito dei laureati italiani è un’indagine condotta da Sanpellegrino, portata avanti monitorando le aspettative e i desideri di oltre dieci mila studenti universitari provenienti da numerosi atenei nazionali. Realisti, ma anche dotati di spirito di iniziativa, i giovani appena usciti dall’Università vogliono trovare un impiego fisso in tempi brevi – rinunciando anche al tradizionale anno sabbatico – ma preferirebbero iniziare a fare carriera trovando un lavoro in patria, possibilmente in grado di aiutarli a migliorare professionalmente anche rinunciando a uno stipendio più alto.
Un buon 25% degli intervistati, infatti, ha ammesso di preferire una carriera in Italia (menzionata come destinazione lavorativa ideale anche dal 27% degli studenti universitari), mentre solo il 16% si sposterebbe volentieri in Europa, e ancora meno, il 14%, sarebbe disposto ad allontanarsi fino negli USA per motivi di lavoro. Il Medio e l’Estremo Oriente, così come il Sud America, non affascinano invece i giovani talenti nostrani.
Le aziende italiane, quindi, rappresentano ancora la prima scelta dei laureati, che chiedono tuttavia la possibilità di fare esperienza e avere riconosciuti i propri meriti, sebbene la maggior parte dei partecipanti al sondaggio abbia dichiarato di temere alcuni aspetti della vita aziendale, come la competizione estrema, i ritmi di lavoro frenetici e le difficoltà nei rapporti con i colleghi e superiori.
L’indagine, infine, informa anche su quali sono i “modelli” che i laureati italiani seguono maggiormente: nella classifica dei top manager più ammirati compaiono il patron di Tod’s Diego Della Valle (con il 9% delle preferenze), e a pari merito la presidente uscente di Confindustria Emma Marcegaglia, seguita da Luca Cordero di Montezemolo (8%) e Sergio Marchionne (8%).