Cambi ai vertici per Rcs Mediagroup, il cui consiglio di amministrazione si riduce, passando da 21 a 12 membri, e che presto sarà guidato da un nuovo amministratore delegato, sebbene nessuna scelta definitiva verrà fatta prima del prossimo maggio. Un nuovo assetto che, tuttavia, non ha avuto il consenso di Diego Della Valle, deciso a uscire di scena rompendo il patto con il sindacato e abbandonando la sua quota del 5,4%.
Al patron di Tod’s, infatti, non è piaciuta la linea proposta dagli altri soci in particolare Mediobanca e Fiat, più propensi a comporre un nuovo CdA inserendo solo amministratori indipendenti, mentre l’idea dell’imprenditore marchigiano era quella di consolidare nel consiglio una maggiore presenza degli azionisti, almeno attraverso quattro poltrone.
La nuova governance del gruppo Rcs, presieduta da Angelo Provasoli, ex rettore dell’Università Bocconi, sarà invece composta da cinque elementi indipendenti e quattro rappresentanti diretti dei soci, una soluzione approvata dal presidente Fiat John Elkann, nonché azionista di maggioranza, il quale ha ribadito come il consiglio sarà “dimezzato, ringiovanito, con indipendenti forti e tutto questo è necessario per dotare la società di una governance adeguata per rispondere alle difficoltà che attraversano il mondo della comunicazione e dei media“.
Lo svincolo della quota appartenente a Della Valle è stato votato all’unanimità, nonostante un iniziale veto posto dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli. Lo stesso Della Valle ha commentato la sua scelta di lasciare il patto, citando anche l’animato scambio di opinioni che ha avuto luogo con il leader del Lingotto e il presidente di Mediobanca Renato Pagliaro, accusati anche attraverso le pagine del quotidiano Repubblica di monopolizzare una testata come il Corriere della Sera: “Su mia richiesta il sindacato Rcs ha accettato all’unanimità di farmi recedere dal patto. Il comportamento maldestro e pretestuoso di alcuni dei suoi membri in questi ultimi giorni mi ha spinto con determinazione a richiedere di liberare il mio pacchetto azionario da ogni vincolo. Bisogna realisticamente prendere atto che nella composizione del patto Rcs ci sono due anime: quella di azionisti che, come imprenditori, a casa loro, sono abituati a competere nei mercati cercando di ottenere sempre i risultati migliori per le loro aziende e quella di altri, che vivono lontani dalla cultura dell’impresa e preferiscono ottiche di tipo corporativo di vecchia scuola, senza rendersi conto che il mondo del lavoro e dell’impresa va avanti nella direzione opposta.”
Intanto il titolo Rcs sta riscontrando un deciso rialzo a Piazza Affari, con un indice teorico che ha raggiunto +15,9% a 0,725 euro.