Dopo la Cina, il Qatar: il governo di Mario Monti sta per siglare un’altra importante partnership con Doha che si dice pronta a investire in Italia. “L’incontro è stato l’occasione per consolidare il rapporto strategico tra i nostri due Paesi”, ha detto Mario Monti, per “corroborare l’amicizia ed estendere l’ambito di questa amicizia nel breve e medio periodo”.
Il Qatar è “tra i Paesi più dinamici e ricchi del Golfo”, e ha un ruolo “molto attivo nel mondo arabo”. Ecco perché la grande amicizia tra i due paesi potrebbe cambiare favorevolmente lo scenario industriale italiano. Nel mirino dell’Emiro del Qatar ci sarebbero Finmeccanica e Unicredit, secondo quanto riferito all’indomani dell’incontro tra i due vertici Mario Monti e Sheik Hamad bin Khalifa Al Thani.
Entrando nel dettaglio, vi sarebbero in ballo alcune commesse militari per Finmeccanica, l’entrata dell’Emiro nell’azionariato di Unicredit e si vocifera anche di un possibile ingresso in Telecom Italia Media. Le negoziazioni in questione non sono però state confermate in via ufficiale.
L’Emiro non ha lesinato complimenti a Mario Monti e al suo operato da premier: “Sono lieto di incontrarla a capo di un governo tecnico che in così breve tempo è riuscito a riportare l’Italia al livello che merita, soprattutto sul piano economico”. Dall’altro canto, l’Emiro ha spiegato che finora è stata la corruzione a scoraggiarli dall’avviare nuovi investimenti nel territorio tricolore.
Un tema cruciale, secondo Monti, è infatti quello della lotta alla corruzione, illustrando in occasione dell’incontro tra le due parti alcuni degli accordi firmati fra i quali quello sulla lotta alla criminalità, “quando questa richieda azioni più comuni”, e nel settore dei servizi aerei con i voli che “passeranno da 14 a 35 settimanali, mentre i cargo da 2 a 7”.
Mario Monti ha colto l’occasione per difendere la riforma del mercato del lavoro e rispondere, in modo non esplicito però, a Confindustria. “Abbiamo previsto nel recente disegno di legge un intervento considerevolmente più ampio e incisivo di quello da me delineato alla Camera, nell’intervento programmatico del 17 novembre”, sottolineando che “avevo parlato in quella occasione di una maggiore flessibilità per i soli nuovi assunti e a titolo sperimentale, invece nel disegno di legge di pochi giorni fa è estesa a tutti i lavoratori, non solo ai nuovi assunti, ed è a titolo definitivo e non sperimentale”.