Rischia di creare un serio incidente diplomatico tra Spagna e Argentina la decisione assunta dal governo argentino di nazionalizzare interamente la compagnia energetica YPF, facendo propria anche la quota di maggioranza detenuta dalla società spagnola Repsol.
L’azienda spagnola ha annunciato che prenderà tutte le iniziative legali del caso per preservare il valore dei suoi asset considerando la decisione del governo argentino illegale.
Ed ora si teme che la stessa decisione possa essere presa anche per quanto concerne Telecom Argentina di cui Telecom Italia detiene una partecipazione azionaria poco superiore al 22%.
Ma a muoversi è anche la diplomazia europea con l’Alto Rappresentante per gli affari Esteri, Catherine Ashton, che ha affermato come l’annuncio del governo argentino sia “motivo di grave preoccupazione” ed ha annunciato il sostegno al governo spagnolo per quanto concerne l’intera vicenda.
Per Ashton, “Il provvedimento crea insicurezza giuridica per tutti i paesi dell’Unione europea e le imprese straniere nel paese. Questo annuncio si aggiunge alla serie di decisioni prese dall’Argentina nel corso degli ultimi anni in materia di restrizioni all’importazione e politica di investimento. Il governo argentino – spiega Ashton- deve garantire il rispetto dei suoi impegni internazionali in materia di trattamento e protezione degli investimenti provenienti dall’Unione europea”.
Ashton ha anche annunciato che “Come risultato di questo annuncio, abbiamo deciso di rinviare la commissione mista di cooperazione Ue-Argentina che era stata prevista per il Venerdì di questa settimana. Il governo spagnolo ha il nostro pieno sostegno in questa materia”.
In realtà altre grandi aziende italiane sono preoccupate per la possibilità che Buenos Ayres prosegua con le nazionalizzazioni: tra queste c’è Eni – che come Repsol opera nel smpo degli idrocarburi – poi c’è Tenaris, Brembo, Pirelli e, soprattutto, Enel che da 20 anni è presente in Argentina attraverso le controllate Endesa Costanera e Edesur.