Crac Parmalat: la Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha condannato Calisto Tanzi a 17 anni e 10 mesi al termine del processo per bancarotta, il cui primo grado è arrivato a sentenza a fine 2010.
La difesa in passato aveva chiesto l’assoluzione per l’accusa di associazione a delinquere, e aveva confermato la disponibilità al patteggiamento a 5 anni di reclusione per l’accusa di bancarotta fraudolenta. Emesso il nuovo verdetto, ha annunciato che farà ricorso e che si rivolgerà alla Cassazione: “la sentenza è sostanzialmente in linea, per quanto riguarda la posizione di Calisto Tanzi, con alcune previsioni fatte”, ha spiegato l’avvocato Belloni.
“Ho notato un lavoro della Corte su alcune imputazioni, ma chiaramente dovremo leggere la sentenza per capirne gli effetti finali”, ha aggiunto l’avvocato Fabio Belloni al termine della lettura della sentenza, spiegando che “c’è stato l’accoglimento parziale dell’appello della Procura ma con dichiarazione di assorbimento in altri capi di imputazione. Certamente alcuni temi rimangono irrisolti e pertanto questi temi verranno devoluti alla Corte di Cassazione”.
Calisto Tanzi non era presente in aula per via delle sue condizioni di salute, come ricordato da Belloni, tanto che la difesa aveva più volte chiesto che fossero concessi gli arresti domiciliari, ma circa questo fattore si attendono ulteriori novità nell’udienza prevista per il 15 maggio. L’ex numero uno di Parmalat è ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma, dopo il suo arresto nel maggio 2011 arrivato dopo il passaggio in giudicato della condanna definitiva per aggiotaggio.
Si è dunque così concluso oggi il processo di secondo grado per il filone principale del crac da 14,5 miliardi di euro della Parmalat che vedeva imputate 15 persone: oltre a Tanzi e a Fausto Tonna, ex direttore finanziario della Parmalat, condannato a 9 anni, 11 mesi e 20 giorni, è stato dichiarato inammissibile l’appello formulato nei confronti di Giovanni Tanzi, il quale è stato condannato il primo grado a 10 anni e 6 mesi di reclusione. Domenico Barili è stato condannato a 7 anni e 8 mesi di carcere, mentre Luciano Silingardi a 6 anni.