Hanno sperato di farla franca ma non ci sono riusciti: la Guardia di Finanza ha rintracciato 2.192 evasori fiscali in tutto il Paese appartenenti a categorie come commercianti, imprenditori edili e professionisti i quali sono stati traditi dal proprio tenore di vita.
E così si è scoperto che oltre 6 miliardi di euro sono stati occultati nei primi 4 mesi dell’anno. A scoprirli, su tutto il territorio nazionale, sono stati i finanzieri che hanno denunciato 853 persone che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi e altre 530 per occultamento o distruzione della contabilità.
La caratteristica comune era di non aver presentato per almeno un’annualità d’imposta la dichiarazione dei redditi. I maggiori “picchi” di evasione, riferisce in una nota la Guardia di Finanza, sono stati riscontrati nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio (quasi il 25% del totale), delle costruzioni edili (circa il 22%), delle attività manifatturiere (11), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (5,7) e delle attività di alloggio e ristorazione (5,5).
Tra i casi scoperti, c’è quello di un noto bar a La Thuile – località sciistica vicina a Courmayer – che negli ultimi 5 anni non ha dichiarato ricavi per 350mila euro. Lo ha scoperto la Gdf di Aosta dopo alcuni approfondimenti seguiti a un normale controllo sulle ricevute e sugli scontrini fiscali. E ancora: c’è la pasticceria nel centro di Reggio Calabria, apprezzata per le sue specialità dolciarie, che oltre a non aver dichiarato negli ultimi 2 anni, ricavi per 400mila euro, si avvaleva anche di lavoratori “in nero”, messi dietro il bancone del bar o a dare una mano nel laboratorio.
C’è l’albergatore di Grado che si è guardato bene dal dichiarare l’oltre mezzo milione di euro di ricavi, incassati dopo il “tutto esaurito” totalizzato dalla sua struttura nelle ultime stagioni estive. “E’ stata una dimenticanza”, ha riferito l’imprenditore turistico alle Fiamme Gialle di Gorizia che si apprestavano a eseguire i controlli.
I finanzieri di Venezia hanno invece immortalato la posizione fiscale di un fotografo di matrimoni: a fronte di oltre 200 servizi matrimoniali e di 100 book fotografici realizzati, l’uomo aveva emesso solo 35 ricevute non dichiarando incassi pari a 200mila euro, sui quali il professionista dello scatto avrebbe dovuto pagare imposte per circa 80mila euro. Sembrava invece impeccabile, all’apparenza, la contabilità di un gioielliere della provincia di Brescia. Il commerciante di preziosi emetteva gli scontrini e teneva la documentazione fiscale e difficilmente si sarebbe potuto immaginare che lo stesso fosse in realtà un “professionista” dell’evasione: quasi un milione e mezzo di redditi non dichiarati e circa 300mila euro di Iva evasa. A tradirlo il lusso e il tenore di vita, assolutamente incoerente con il suo profilo fiscale.
Stessa storia per una donna di Ravenna che non solo andava in giro su una delle sue due Porsche, ma aveva una villa hollywoodiana a Milano Marittima e faceva viaggi extralusso, scegliendo sempre hotel a 5 stelle. I finanzieri hanno scoperto che tutto quel lusso non proveniva da regali ricevuti nel tempo, come da lei riferito, ma dalla sua attività, tenuta ben nascosta, di intermediario nel commercio per conto di una grossa società con varie sedi nel nord Italia. I redditi accumulati dalla donna nel tempo ammontano a circa 2 milioni di euro.