Mario Draghi e il consiglio direttivo della Banca Centrale europea, riunito in questi giorni a Barcellona, hanno comunicato di aver deciso di mantenere invariato all1% il costo del denaro. L’istituto con sede a Francoforte ha lasciato invariato anche il tasso marginale all’1,75% e quello sui depositi allo allo 0,25%.
La notizia era attesa dai mercati e dalle banche di tutto il vecchio continente, oltre che dagli economisti che si aspettano ora che il manager italiano mantenga le sue posizioni “prudenti e attendiste” assunte in base all’attuale andamento dell’economia in tutta Europa, che sta attraversando un clima di incertezza se non di vera e propria recessione. Intanto da Eurotower si ritiene che una timida ripresa potrebbe avvenire nel corso del 2012 anche se non a metà anno come inizialmente previsto.
La misura di mantenere il tasso invariato all1% si aggiunge a quella decisa dal neo presidente della Bce, che tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 ha visto immettere nelle banche europee un enorme flusso di liquidità pari a circa mille miliardi di euro, che punta a porre fine alla stretta creditizia che colpisce le imprese di ogni dimensione.
Intanto, nella giornata di oggi le Borse europee sembrano aver accolto positivamente la notizia, registrando volumi di scambi in crescita.
Davanti al Parlamento europeo, la settimana scorsa, Mario Draghi aveva detto che l’Eurozona si trova nel bel mezzo di un processo di aggiustamento fiscale che solo ora inizia a dare i primi, timidi effetti positivi sulla crescita economica del continente anche se gli ultimi dati sulla salute delle imprese di Eurolandia mostrano una generale debolezza al limite della recessione che influsce anche sull’andamento della disoccupazione, che a marzo ha raggiunto il massimo storico del 10,9%, con l’Italia che arriva al 9,8%.